La festa della donna
Dalla presa di coscienza
agli spazi della decisione
di Bruno Forte
"Di particolare interesse è stata la recezione di questo processo in ambito ecclesiale, dove la rinnovata coscienza del femminile si è espressa nelle varie forme della «teologia femminista», proposta come una «teologia dell’integralità» umana e non solo femminile. Si è andata riscoprendo la reciprocità (e non la complementarità, che potrebbe ambiguamente supporre una minore dignità femminile) fra l’uomo e la donna, vista come condizione fondante dell’armonica formazione della persona, e si è sviluppata la denuncia di ogni atteggiamento che releghi la donna a un ruolo regressivo e subordinato. In campo teologico, si è focalizzata l’attenzione su Maria, la madre di Gesù, vista come donna «tutt’altro che passivamente remissiva o di una religiosità alienante, ma donna che non dubitò di proclamare che Dio è vindice degli umili e degli oppressi e rovescia dai loro troni i potenti del mondo» (Paolo VI). In questa luce, la storia del protagonismo femminile all’interno della comunità cristiana è venuta emergendo in tutta la sua forza: e il ruolo che la donna potrebbe esercitare, tanto a livello di vita consacrata, quanto nelle più diverse espressioni della vita familiare e sociale, si è profilato nella decisiva rilevanza delle sue potenzialità. Grandi figure di teologi hanno sottolineato il bisogno di dare maggior rilievo al «carisma mariano» nella Chiesa, che integra e alimenta lo stesso «carisma petrino» dei pastori (H. Urs von Balthasar). Questa nuova coscienza ha trovato espressione nella Mulieris dignitatem di Giovanni Paolo II, coraggioso manifesto della dignità e dell’emancipazione femminile, di cui ha offerto una lettura fortemente positiva ad esempio Maria Antonietta Macciocchi, autrice di testi forti e provocatori, quale il suo volume Pour Marx. Ciò che urge è che questa presa di coscienza si traduca in effettivi spazi di partecipazione della donna alla responsabilità e alla decisionalità nella vita tanto della società, quanto della comunità ecclesiale, non in alternativa ad altri ruoli, ma in comunione di reciprocità autentica e feconda. Su quest’orizzonte la strada è aperta ed esige l’audacia di nuovi passi, la cui individuazione spetta anzitutto alle donne, non senza però un apporto creativo e solidale di tutte le componenti della realtà civile ed ecclesiale. A stimolo di questo impegno si è posto più volte Papa Francesco, non in base a formule ideologiche, ma in nome della ricchezza del mistero cristiano, nel quale il protagonismo femminile è decisivo e centrale, come risulta ..."