Concedi al tuo servo un cuore docile, perché sappia rendere giustizia al tuo popolo e sappia distinguere il bene dal male" (1Re 3,9)
Traccia di riflessione
sul Vangelo della domenica
di Santino Coppolino
Vangelo: Gv 12,20-33
"Vogliamo vedere Gesù !". I Greci - probabilmente proseliti, pagani convertiti all'ebraismo - vogliono vedere il Signore. Essi sono il simbolo di tutti coloro che, provenienti da ogni parte del mondo, saranno da lui attirati quando sarà innalzato (v.32), e proprio nel momento della sua morte in croce comprenderanno che l'amore di Dio è per tutti, anche per loro che provengono dal paganesimo. E' proprio vero: "Tutto il mondo gli va dietro" (v.19). Il verbo vedere (idèin) ha il significato di conoscere, farsi un'idea, credere, dare la propria adesione: la fede è vedere. Farsi un'idea di Gesù sarà possibile solo dopo la sua morte infamante; nella sua fine ignominiosa in croce Gesù farà conoscere al mondo intero che lui è Dio (8,28), manifesterà il volto amante del Padre suo, un Padre che è solo amore, un Dio che ama tutti indipendentemente dalla loro condotta. La croce, che visivamente è un innalzamento, in realtà è l'infimo abbassamento, l'abiezione estrema, la Kenosis, lo svuotamento di sè che manifesta la sfolgorante gloria di Dio. Dio infatti è Amore e la manifestazione più alta dell'amore è l'umiltà, il suo abbassarsi fino a toccare il fondo, fino a raggiungere l'ultimo posto. Come Chiesa veniamo esortati alla conoscenza di Gesù e inviati alla sua sequela fino al martirio, fino alla croce, perché svelata la menzogna che ci ha fatto fuggire da Dio, possiamo ritrovare nell'amore del Figlio crocifisso e risorto la sorgente della nostra vita.