Regina Catrambone, fascino mediterraneo impreziosito da una cadenza appena “sporcata” dall’uso dell’inglese, ha diversi motivi per essere invidiata dalle coetanee. L’avvenenza, appunto. O la carriera. A Malta, dove si è trasferita sette anni fa da Reggio Calabria, guida un’impresa di assicurazioni. Il che significa una certa disponibilità economica. E che dire del matrimonio felice con lo statunitense Christopher (assicuratore pure lui), e di Maria Luisa, la figlia adolescente? Da qualche mese, però, Regina ha qualcosa che nessuno possiede. Almeno per l’uso che intende farne lei: Regina ha appena acquistato in Virginia, nella città di Norfolk, un’imbarcazione di 43 metri insieme con due droni, due velivoli che viaggiano senza pilota grazie a un computer di bordo.
La nave, riallestita con un ponte di volo e ribattezzata Phoenix 1, è pronta a salpare per una missione davvero speciale: soccorrere i barconi dei migranti nel Mediterraneo, assistendo le autorità nella ricerca e nel salvataggio di vite umane. È la prima nave “privata” varata per salvare i disperati che cercano fortuna affidandosi alle carrette del mare...
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E' un progetto italo-americano. Ma non è stato consacrato da incontri diplomatici o da trattati internazionali: deriva da un matrimonio. Quello tra l'imprenditrice italiana del settore assicurativo Regina Catrambone e Christopher, di nazionalità statunitense. I quali, con risorse proprie, hanno fondato a Malta la Moas (Migrant Offshore Aid Station), una stazione per soccorrere i migranti in difficoltà nel Mediterraneo. Sostanzialmente quello che, su larga scala, l'Italia fa con l'Operazione Mare Nostrum.
La notizia è stata data dal Guardian con un articolo intitolato: “I buoni samaritani che lanciano una missione per salvare i migranti nel Mediterraneo” (Leggi l'articolo Good samaritans launch mission to save migrants in the Mediterranean)
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Sul sito del Moas (www.moas.eu) campeggia una “frase programmatica” tratta da un documento dell'Unhcr (l'Agenzia dell'Onu per i rifugiati): “Il Mediterraneo è una delle vie marittime più trafficate del mondo, ed è anche una frontiera di mare pericolosa per migranti e richiedenti asilo. Tenuto conto di questi pericoli, l'Unhcr invita nuovamente tutte le navi a stare in allerta per soccorrere migranti e rifugiati. Rinnoviamo anche il nostro appello ai comandanti a restare vigili e ad adempiere al dovere di prestare soccorso”...
Maria Gabriella Lanza per Radio Vaticana ha intervistato Regina Catrambone, l’ideatrice dell’iniziativa e il direttore della missione, Martin Xuereb
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