JESUS, agosto 2014
La bisaccia del mendicante-6
Rubrica di ENZO BIANCHI
Senesco. Divento vecchio. I giorni, gli anni volano via, e io mi ritrovo a essere sempre più vecchio, sempre più capace di misurare la distanza della mia andata via da questo mondo. Non ho ancora perso le forze, le sento solo diminuite. Non sono malato ma sono più debole, e piccoli mali alle ginocchia, ai piedi, alla schiena sono sempre più frequenti. Non ho perso la memoria ma ricordo le cose in modo nuovo, come se fossero realtà più distanti…
Quanto al mio cammino umano, ci sono acquisizioni di atteggiamenti prima non facilmente consolidati, e ci sono invece alcune virtù che appaiono con un’urgenza nuova, oltre che essere messe a fuoco come mai mi era successo. Una di queste virtù è la pazienza, che so tradurre il grecohypomoné, parola che contiene l’idea del “restare sotto” (hypó), per sostenere certo, ma che implica anche una sottomissione. Sì, ci si deve mettere sotto per restare sotto. Pazienza non è resa ma sottomissione. Proprio la debolezza che si incontra con la vecchiaia autorizza alla pazienza, che diventa però una forza, una grande forza capace di perseveranza.
Tutto questo non viene da sé, non è automatico, ma se si è capaci di fare buon uso della vecchiaia, allora è un possibile cammino da aprirsi solo camminando. Un cammino tra limiti crescenti che appaiono uno dopo l’altro senza troppo rumore e senza annunciarsi prima.
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