Mai senza l’altro...
di Antonio Savone
Tuo compito non è allestire dei processi ma stabilire legami, offrire opportunità, lanciare occasioni, intessere rapporti. Il legame che riesci a stabilire con qualcuno ha una tale valenza da essere assunto da Gesù a sacramento della sua presenza in mezzo a noi. Così importante il vincolo di fraternità, di amicizia e di amore tra gli uomini da rendere presente fra loro il Signore. E mi sorprendo a pensare a quella immensa sacramentalità presente nelle nostre relazioni quando si aprono all’esperienza del senza misura: a contatto con Dio molto più spesso di quanto crediamo.
Giungere a ritenere l’altro come un pagano e un pubblicano è stato fin troppo inteso come criterio di espulsione dell’altro dalla propria vita. Ma questo non è affatto in linea con lo stile di Gesù. Quel sia per te come un pagano e un pubblicano significa piuttosto cercare una via di misericordia quale unico percorso per giungere al cuore dell’altro. Proprio come ha continuato a fare il Signore Gesù.
Nei confronti dell’altro, capaci di un amore ancora più gratuito e disinteressato. Amare, infatti, “è prendersi cura del destino dell’altro” (Lévinas). Prendersi cura di ciò che egli può diventare. Amare significa appunto far crescere l’altro, liberarne le potenzialità nascoste. È il senso della parola profetica: ti ho costituito sentinella. Capaci di vegliare sulle persone a noi affidate perché possano conseguire la felicità a cui aspirano.
Mai invitati a tagliare i ponti abbandonando a se stesso chi sbaglia ma sollecitati a guardare l’altro con la misericordia di Gesù intercettando vie, percorsi perché il suo cuore venga toccato e la sua libertà interpellata.
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