Il cattolicesimo del risentimento
di Christian Albini
Dopo che papa Francesco ha nominato Enzo Bianchi, fondatore e priore del monastero di Bose, consultore al Pontificio Consiglio per l'unità dei cristiani, in rete piccole cerchie di tradizionalisti hanno cominciato a far circolare con insistenza una serie di accuse false e senza bussola.
E' un esempio di quello che definisco cattolicesimo del risentimento, che individua un nemico e comincia ad attaccarlo con dicerie e denigrazioni, come è avvenuto in passato verso credenti come Giuseppe Dossetti e Carlo Maria Martini. Sono ambienti in cui hanno poco spazio il Vangelo e la prossimità, rispetto a una dottrina rigidamente immobilizzata in formule proprie di una certa epoca.
Diceva un padre del deserto: Non disprezzare chi ti sta accanto, perché non sai se lo Spirito santo è in te o in lui. Negli atteggiamenti e nei discorsi del cattolicesimo del risentimento, invece, il disprezzo è evidente e privo di dubbi, perché ci si sente possessori della verità.
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Essere chiesa non significa uniformità e accordo su tutto, ma le critiche vanno fatte nella fraternità e nella verità. Ecco perché è importante dire quando ciò non avviene, un costume purtroppo diffuso.
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