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mercoledì 7 maggio 2014

Pellegrinaggio di Papa Francesco in Terra Santa - analisi e preghiera

Soffrono i cristiani nei luoghi dei padri

“Luoghi dell’Infinito”, in edicola con “Avvenire” da martedì 6 maggio, dedica uno speciale a Gerusalemme e alla Terra Santa, in occasione del viaggio di papa Francesco. È uno sguardo tra una storia complessa e un’attualità spesso difficile, come quella dei cristiani che vivono in Terra Santa raccontata nell’editoriale dal patriarca Fouad Twal.

«Noi molto umilmente e per brevissimo tempo vi ritorneremo in spirito di devota preghiera, di rinnovamento spirituale, per offrire a Cristo la sua Chiesa; per richiamare ad essa, una e santa, i Fratelli separati; per implorare la divina misericordia in favore della pace, che in questi giorni sembra ancora vacillante e trepidante; per supplicare Cristo Signore per la salvezza di tutta l’umanità».

Con queste parole, cinquant’anni fa, Paolo VI diede l’annuncio del suo viaggio in Terra Santa, nei luoghi dove Cristo nacque, visse, morì e, risorto da morte, salì al cielo. Un viaggio breve, come altrettanto celere sarà anche il pellegrinaggio che papa Francesco si accinge a compiere dal 24 al 26 maggio. La visita si colloca in una prospettiva di continuità con quelle dei suoi predecessori. Ma se da una parte Francesco, seguendo i pontefici che l’hanno preceduto, si fa pellegrino di pace, dall’altra trova una terra lacerata ancor più dalla minaccia di possibili nuovi conflitti. Un appuntamento che si colloca in un momento cruciale per la vita dei cristiani di tutto il Medio Oriente. 


Molti sono i cambiamenti in atto nei Paesi arabi, che prefigurano nuovi contesti e un futuro incerto. In Terra Santa i cristiani dei diversi riti sono circa 180mila, di cui 50mila in Palestina e 130mila in Israele, senza contare gli oltre 200mila cristiani della Giordania e i 220mila lavoratori stranieri (provenienti da Filippine, India, Sri Lanka, Europa Orientale, America Latina...) nonché 30mila profughi in cerca d’asilo provenienti da Eritrea, Sudan, Costa d’Avorio, Somalia, Congo, e ancora, un grande numero di immigrati russi ortodossi. La maggior parte dei cristiani è di lingua e cultura araba, ma c’è anche una piccola comunità di cristiani provenienti dal mondo ebraico. La situazione sociale, economica e politica è molto complicata e, più grave ancora, non s’intravedono soluzioni. A subirne le maggiori conseguenze sono i cristiani. 


Soffrono. Temono che la loro esistenza e permanenza nella terra dei padri diventi un semplice ricordo. Le comunità cristiane appaiono deluse. Smarrite. Sono consapevoli di essere un segno di contraddizione, di vivere il mistero nascosto. Ma i cristiani di Gerusalemme e di tutta la Terra Santa avranno un futuro solamente se comprenderanno che qui si vive veramente il mistero pasquale, un cammino verso la speranza e la luce. Abbiamo bisogno del conforto e di una fiducia incrollabile nella Provvidenza, di una benedizione che, come sostiene l’apostolo Paolo «ci consola in ogni nostra tribolazione, perché possiamo anche noi consolare quelli che si trovano in ogni genere di afflizione con la consolazione con cui noi stessi siamo consolati da Dio» (2Cor 1,4).
Fouad Twal - patriarca latino di Gerusalemme
(fonte: Avvenire)

“Padre Celeste, tu non ti stanchi di essere amorevole e misericordioso. Il Successore di Pietro intende visitare la Terra resa Santa dalla nascita, dal battesimo, dall'insegnamento, dalla morte e dalla resurrezione di tuo Figlio. Rimani con lui, santificalo e benedicilo. Stendi il mantello della tua tenerezza su ogni passo del suo pellegrinaggio tra noi, così che ognuno possa vedere in lui un pellegrino appassionato, un maestro saggio e una guida umile”.
Inizia così la preghiera speciale che i cattolici di Terra Santa potranno recitare nelle tre settimane che precedono la visita di Papa Francesco in Giordania, Palestina e Israele (24-26 maggio), come atto di devozione personale e comunitaria, - riferisce l'agenzia Fides - per chiedere al Signore che il pellegrinaggio del Vescovo di Roma porti frutto per i cristiani di tutto il mondo e per la convivenza in tutto il Medio Oriente...