Commemorare Giovanni Falcone una volta all’anno, in Italia, è sempre stato uno sport nazionale molto in voga. In fondo, gli anniversari del sacrificio di grandi uomini mettono i vivi nella comoda posizione di tacitare la propria coscienza con uno sforzo minimo, una sorta di "semel in anno", non carnascialesco certo, ma funerario. Semel in anno c’è posto per il ricordo delle vittime.
Semel in anno si presenta l’occasione ghiotta delle passerelle istituzionali, con gran folla di concorrenti.
Semel in anno, possono battere un colpo - quale meraviglioso attestato di esistenza! - fondazioni e centri studi che percepiscono lauti finanziamenti e qualcosa - pro forma - devono pur farla.
Semel in anno la voce contro la mafia ha da farsi sentire forte e chiara.
Semel in anno qualche migliaio di giovani vengono imbarcati su una grande nave perché qualcuna delle più alte cariche dello Stato possa tagliare il nastro a terra, ma arrivando dal mare.
Insomma, il concetto dovrebbe essere alla portata di tutti.
Vale per Giovanni Falcone, e vale, a seconda del capriccio del calendario (che proprio quel giorno, invece, fu scelto con ferocia e freddezza dagli assassini) per tutti coloro i quali lo precedettero o lo seguirono nell’estremo sacrificio della vita.
Ecco spiegata la ragione per cui con molta riluttanza ci ritroviamo anche noi nel calderone di quanti partecipano alla commemorazione di Giovanni Falcone. Ma almeno cerchiamo di dire le cose come stanno, non indulgendo al coro degli incensatori interessati, alla grancassa delle prefiche alle quali di vita e morte di un magistrato straordinario non importa un accidenti.
La prima cosa che colpisce è che l’esempio di Falcone, nonostante questa politica, nonostante queste istituzioni, nonostante questa Italia, mantiene quasi all’infinito, accrescendola, ove possibile, la sua attualità. Abbiamo detto: "nonostante", ma sarebbe stato più giusto scrivere: "proprio per", essendo i due poli in diretto rapporto di causa e effetto.
Vediamo perché...
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Sono trascorsi 22 anni da quel 23 Maggio a Capaci, quando l'ordigno nascosto dalla mafia sotto il manto dell'autostrada, su commissione di potenti mandanti rimasti ancora nell'ombra, spense la vita di Giovanni Falcone, di sua moglie Francesca, degli agenti di scorta Di Cillo, Montinaro, Schifani. Vogliamo ricordare quella data, quei volti e quelle storie attraverso le tante iniziative organizzate nel Paese.
Leggi tutto: LE INIZIATIVE DI LIBERA PER IL 23 MAGGIO 2014
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