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sabato 10 maggio 2014

“Popolo di Dio e sinodalità” - Introduzione del Prof. d. Giovanni Mazzillo

“Popolo di Dio e sinodalità” 
Introduzione del  Prof. d. Giovanni Mazzillo 


Direttore dell’Istituto Teologico Calabro 




 Convegno di Facoltà e della rivista Vivarium dal titolo:
 Popolo di Dio e sinodalità dopo il Concilio Vaticano II:
 principi, problemi, prospettive. 

Lunedì 31 marzo  presso l'Auditorium del Seminario 
"S. Pio X" di Catanzaro




"... Il tema del convegno: Popolo di Dio e sinodalità. Solo apparentemente i concetti in gioco sono da accostare l’uno all’altro. In realtà sono già l’uno nell’altro. Dire popolo di Dio, o meglio dire “Chiesa come popolo di Dio” è lo stesso che dire “popolo di Dio in cammino”, ma appunto proprio “essere insieme in cammino” è il concetto fondamentale del syn-odos. E tuttavia sebbene non solo l’etimologia, ma la teologia sia incontrovertibili, proprio il cammino storico di tale realtà sinodale è stato e resta particolarmente faticoso
...
Di Papa Francesco è nota oltre all’insistenza sulla Chiesa come popolo di Dio anche la volontà di favorire forme di sinodalità reali ed efficaci: Tutto ciò muove ovviamente sia dai testi sia dalla prassi effettiva del Vaticano II. In Papa Francesco il sensus fidei, ripreso dalla tradizione, diventa punto di partenza per invocare una prassi sinodale che ne tenga conto come di autentica “voce della Chiesa” e non già come rivendicazione di libertà contro l’autorità, essendo piuttosto essa stessa fonte autorevole non in conflitto, ma in armonia con il magistero. 
Del resto si tratta di una prassi che risale all’«andare insieme» (syn-odos) dei discepoli direttamente con Gesù, colui che era la via (odos) e che, anche da Signore risorto, camminò insieme con loro, sebbene non riconosciuto, come nel caso dei discepoli di Emmaus. E tuttavia il fatto che anche a questi due discepoli in cammino si accompagni Gesù, rimanda alla sua assicurazione: «dove due o tre sono riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro» (Mt 18,20). 
Se i primi cristiani, oltre ad essere chiamati tali, erano anche conosciuti come i «seguaci della via», ciò è da ricondurre all’idea che il Risorto continuasse, anche se non visto, a camminare con loro. 
La prassi sinodale è basata su questi fondamenti cristologici, ma che diventano ecclesiologici, appena si consideri il fatto che Gesù vuole che la sua ekklēsía sia costruita sulla roccia dell’apostolicità, quella che ha in Pietro il suo rappresentante più autorevole, (Cf. Mt 16,17-19.), ma sempre in funzione dei suoi fratelli, la cui fede egli dovrà confermare, una volta ravvedutosi. 
L’ekklēsía vive la sinodalità nei momenti nei quali occorre esercitare la correzione fraterna, attraverso il ministero della riconciliazione. La vive anche nei momenti di decisioni importanti per il presente e per il futuro della Chiesa, come nel consesso di Gerusalemme sul problema degli obblighi dei pagani convertiti verso la legge mosaica, quando «gli apostoli e gli anziani si riunirono (sunèchthesan) per esaminare la questione» 
(At 15,6). «Si riunirono», ritenendo il risultato dell’incontro come volontà dello Spirito Santo, perché decisione presa in sintonia con lui (to pnèumati to agio kai emin). 
..."
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