PELLEGRINAGGIO IN TERRA SANTA
IN OCCASIONE DEL 50° ANNIVERSARIO DELL’INCONTRO A GERUSALEMME
TRA PAPA PAOLO VI E IL PATRIARCA ATENAGORA
(24-26 MAGGIO 2014)
DOMENICA 25 MAGGIO
Seconda giornata dello storico viaggio di papa Francesco in Terra Santa.
Il Santo Padre al termine della Santa Messa raggiunge a piedi il vicino Convento francescano di Casa Nova, lì si ferma a pranzo con cinque famiglie cristiane in situazioni difficili, una proveniente dalla Galilea, esule da un villaggio distrutto dalla guerra del 1948, le altre da Beit Jala, Betlemme, Gaza e Gerusalemme. A tavola anche due gemelline di tre anni: Elisabetta e Isabella.
Subito dopo il pranzo si reca in visita privata alla Grotta della Natività dove sosta in silenziosa preghiera.
Prima di lasciare Betlemme, la visita al campo profughi dove il Papa ha chiesto esplicitamente di incontrare i bambini dei tre campi di Betlemme Dheisheh, Aida e Beit Jibrin nel Phoenix Center del Campo profughi di Dheisheh. Entrando il Papa è stato accolto da molti bambini con dei cartelli in italiano, arabo e inglese in cui denunciavano la loro condizione di profughi.
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‘Auguro ogni bene a voi e sono contento di visitarvi. Spero che Dio realizzi ciò che desiderate. Io sono con voi’, ha detto Papa Francesco nel suo breve saluto in spagnolo.
La parola è poi andata ad un ragazzo palestinese. ‘Noi – ha detto il giovane – soffriamo in questo campo. Noi palestinesi, musulmani e cristiani, non siamo stati creati essere oppressi ma per essere fratelli. Nonostante la sofferenza dovuta all’occupazione e alla privazione dei diritti di una vita degna, siamo ragazzi che non hanno perso la speranza, la sua visita rafforza la nostra speranza di vedere riconosciuti i nostri diritti’.
‘L’occupazione – ha aggiunto – è un peccato contro Dio e l’uomo, ci viene negato il diritto al culto. Grazie per il suo sostegno per farci vivere come tutti, in uno stato indipendente. Questa terra santa cerca salvezza dall’oblio e dall’occupazione e ha bisogno delle preghiere del Papa e dei suoi sforzi’. ‘Nella Bibbia – ha concluso il ragazzo – c’è scritto pace e qui non c’è: preghiamo per una pace giusta ripetendo le parole di Gesù: beati costruttori pace, perchè saranno chiamati figli di Dio’.
‘L’occupazione – ha aggiunto – è un peccato contro Dio e l’uomo, ci viene negato il diritto al culto. Grazie per il suo sostegno per farci vivere come tutti, in uno stato indipendente. Questa terra santa cerca salvezza dall’oblio e dall’occupazione e ha bisogno delle preghiere del Papa e dei suoi sforzi’. ‘Nella Bibbia – ha concluso il ragazzo – c’è scritto pace e qui non c’è: preghiamo per una pace giusta ripetendo le parole di Gesù: beati costruttori pace, perchè saranno chiamati figli di Dio’.
Ascoltato il saluto del giovane palestinese, Papa Bergoglio ha ringraziato per i canti e i doni. ‘Ho letto i vostri cartelli – ha spiegato Francesco – comprendo bene quello che mi state trasmettendo. Ma non lasciate mai che il passato vi faccia interrompere la vita, guardate sempre avanti. Lavorate e lottate per riuscire a fare le cose che volete fare e sappiate che la violenza non si sconfigge con la violenza’. ‘La violenza – ha concluso il Papa – si batte con la pace’.
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Conclusa la visita in Palestina, attorno alle 16 (ora locale) Papa Francesco parte in elicottero alla volta di Tel Aviv in Israele.
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Dopo la cerimonia di benvenuto il trasferimento, sempre in elicottero, a Gerusalemme.
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