Benvenuto a chiunque è alla "ricerca di senso nel quotidiano"



sabato 14 settembre 2013

"Un cuore che ascolta - lev shomea' " - n. 38 di Santino Coppolino

Rubrica
'Un cuore che ascolta - lev shomea'
"Concedi al tuo servo un cuore docile, perché sappia rendere giustizia al tuo popolo e sappia distinguere il bene dal male" (1Re 3,9)
Traccia di riflessione sul Vangelo della Domenica 
di Santino Coppolino


Vangelo: Lc 15,1-32




Tutto il capitolo 15 di Luca è un'unica parabola, divisa in tre scene e con un solo messaggio: la misericordia e la tenerezza del Padre
E' il cuore del Vangelo, "il Vangelo nel Vangelo" come è giustamente chiamato, e rappresenta il culmine del messaggio di Luca, definito da Dante Alighieri: "scriba mansuetudinis Christi". 
L'evangelista tratteggia il volto di un Dio che è Padre e non padrone, ben diverso da quello da cui Adamo è fuggito per paura, ben diverso da quello che anche noi rifiutiamo, come i due figli della terza parabola. Il più giovane fugge via da lui perché si sente oppresso e limitato nella sua libertà, il più grande crede di essere il suo schiavo ("ti servo da tanti anni - lett. ti sono schiavo") e non accetta che il fratello (che non riconosce come tale, definendolo, nel dialogo col Padre: "questo tuo figlio") che ha "divorato" la sua vita vivendo nel peccato, venga graziato, ristabilito nella sua dignità e torni a vivere accanto a lui che è rimasto fedele al Padre. Entrambi non hanno ancora "conosciuto", fatto esperienza personale, che il Padre è solo amore infinito per ogni suo figlio e la parabola esige il passaggio da una religione che ci rende servi ad un rapporto d'amore libero e liberante che fa di noi dei figli amati
Il Padre ci ama non perché siamo bravi e buoni, ma perché egli è nostro Padre e non può fare altro che amarci. La conversione del peccatore allora non è tanto un processo di ritorno a Dio (egli ci ha già perdonato prima ancora che glielo chiediamo), quanto il cambiamento dell'immagine di Dio che tutti, peccatori e giusti, dobbiamo fare. Radice del peccato è perciò la cattiva opinione del Padre che entrambi i figli hanno.