4 Ottobre 2013
Papa Francesco ad Assisi
Sarà un momento che scuoterà la storia, sarà un incontro storico
Il colore della spiritualità francescana che vorrei far brillare è quello dell’incontro. Mancano infatti pochi giorni alla visita ad Assisi del pontefice argentino venuto dalla “fine del mondo”. Il primo dopo 800 anni a prendere con audacia e coraggio il nome di Francesco, dopo 264 papi dalla storia della Chiesa e dopo 121 dalla nascita del Poverello d’Assisi.
I media di tutto il mondo sono sintonizzati, pronti a registrare il minimo movimento, quasi come sismografi, perché sarà un momento che scuoterà la storia, sarà un incontro storico.
Ma non è solo un incontro destinato agli archivi e a essere ricordato per sempre ma si tratta anche di un incontro povero. Il poverello d’Assisi incontra il poverello di Buenos Aires: due uomini che hanno messo al centro del loro cammino la bussola dell’essenzialità. Non è pauperismo, il papa ha usato anche il tablet e lo ha usato per inviare una preghiera a Francesco d’Assisi: era il 2 maggio alle 11.40 “Oh Francesco d’Assisi, intercedi per la pace dei nostri cuori”.
Sarà un incontro anche fraterno. Forse non sapremo mai cosa si diranno i due protagonisti di questo momento nella cripta. Mi viene in mente un’affermazione del Cardinal John Henry Newman“Coradcorloquitur” il cuore parla al cuore. Sarà un momento così intimo che amo codificarlo solamente con l’immagine del cuore. Forse Papa Francesco gli confiderà le sue preoccupazioni, gli porterà i suoi poveri, gli dirà le difficoltà che incontra, gli dirà forse “vorrei la chiesa come l’hai immaginata tu, come l’hai vissuta tu, come l’hai comunicata tu”. E il Santo di Assisigli parlerà nell’intimo del suo cuore attraverso quell’emozione che solo i Santi e gli uomini di buona volontà sanno sperimentare. Inizierebbe con“Oh Signor Papa”, così San Francesco lo chiamava e lo chiamerebbe. “E’ la chiesa degli ultimi che mi interessa, è la chiesa della fratenità che mi affascina, è la chiesa che chiama tutti e tutto Fratello e Sorella, come l’ho immaginata nel Cantico delle Creature”...
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C'è una stanza nel vescovado di Assisi sconosciuta ai più ma è lì che la storia di Francesco ha subìto un punto di svolta radicale: è la stanza cosiddetta della "spoliazione" nella quale il santo si spogliò delle vesti davanti al vescovo dell'epoca rinunciando non solo ad ogni bene dell'attonito padre Pietro di Bernardone, ma ad ogni lusinga mondana nel segno della povertà evangelica. Per la prima volta questa sala sarà visitata da un pontefice, Papa Francesco, che sarà nella città del santo a cui ha voluto ispirare il suo pontificato scegliendone il nome, il prossimo 4 ottobre. Del senso di questa visita e dei segni innovativi che la caratterizzeranno parla ad Aleteia il vescovo di Assisi, mons. Domenico Sorrentino.
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"Nelle prime ore del pontificato di papa Francesco - ha detto monsignor Sorrentino - gli ho mandato una lettera a nome di tutta la diocesi e gli ho ricordato che come vescovo di Assisi abito nel luogo dove Francesco otto secoli fa, davanti agli occhi allibiti del padre Pietro di Bernardone si spogliò di tutto per rendersi uomo libero per Dio e per i fratelli. E gli ho mandato questa meditazione pensando che il papa non avesse nemmeno la possibilità di considerare, tra le tante cose che riceve". "Poi ci ho parlato e gli ho ricordato questa cosa e mi sono accorto - ha detto ancora mons. Sorrentino - che questo dettaglio lo aveva molto toccato. Mi permisi di dire - ha riferito il vescovo - 'padre allora e' l'occasione buona, tra le tante cose che farà in quella giornata, di venire almeno a dire quel Padre Nostro che Francesco disse 800 anni fa'". "Il Santo Padre mi ha detto - ha continuato mons. Sorrentino - spiazzandomi davvero: 'Il Padre Nostro? Ma io voglio venire a parlare di come la Chiesa si deve spogliare, cioè di come deve ripetere in qualche modo il gesto di Francesco e i valori che questo gesto implica'".