Ogni età dell’uomo, ogni suo colore e sfumatura, ogni sua preziosa imperfezione dentro un palazzetto dello sport. Cinque anni dopo che il "don" se n’è andato dalle parti del Cielo, lo spettacolo e il messaggio più incredibile del convegno sono questa stessa gente, quasi duemila persone. Anziani e bambini, disabili, mamma e papà, ex-prostitute ed ex-galeotti, bianchi, neri e gialli. Insieme, tutti: una splendida, ordinata, confusione. «Mi sono emozionato entrando», dice il ministro Andrea Riccardi. E a guardarli negli occhi, facile sia successo anche a Carlo Casini e Stefano Zamagni, anche ad Adriano Roccucci e al vescovo di Rimini, Francesco Lambiasi. «Stiamo ascoltando battere il cuore di don Oreste», spiega Marco Tarquinio, direttore di Avvenire. «Morì senza un euro, povero, ma donò ai poveri la sua comunità», ricorda Paolo Ramonda, che gli è succeduto alla guida dell’"Associazione comunità Papa Giovanni XXIII".
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«Che cosa farebbe Gesù, il Gesù che amo e servo, che cosa farebbe se fosse qui e adesso?». È solo fantasia, impossibile sapere se don Oreste Benzi abbia mai formulato questo pensiero con queste precise parole. Ma nessuno ci proibisce di esserne convinti. E allora, che cosa avrebbe fatto Gesù? Quello che fece. Si sarebbe messo in ginocchio e avrebbe pregato. Per unirsi al Padre, per invitarlo a scendere. E agire come se agisse Lui. Tra gli uomini, dentro la storia.
E se il "segreto" di don Oreste fosse stato nient’altro che questo? E se il segreto della Chiesa, in duemila anni di storia, fosse proprio questo? E se don Oreste non fosse un cavaliere solitario, un eroe sbucato dal nulla, ma l’espressione di una comunità che nonostante inefficienze, tradimenti, pigrizie, cadute, peccati... in venti secoli è sempre stata incarnata, radicata in mezzo agli uomini, capace di coglierne le grida – le gioie e i dolori... – espresse e inespresse, palesi e nascoste?
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... Diverse volte "scandalizzò" i benpensanti a buon mercato e certi sepolcri imbiancati. Molti furono sorpresi quando fu tra i primi a portare in vacanza i disabili in alta montagna. O quando, qualche mese prima di morire, tuonò (in solitudine) ad una conferenza stampa al Viminale sulla prostituzione. E riuscì a dare "scandalo" addirittura anche... postumo. Fu al funerale, quando i suoi dell’"Associazione Papa Giovanni XXIII" fecero sedere nei primi banchi, vicino alla bara, anziché le autorità, proprio i disabili, le ex-prostitute, gli ex-detenuti, gli ex-tossici... E che gli ultimi fossero diventati primi lo avemmo lì sotto gli occhi...
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