20 novembre Giornata mondiale
dei diritti dei bambini e degli adolescenti
II parte (Adolescenti)
XVI Atlante dell’Infanzia:
l’adolescenza tra solitudine, disuguaglianze e AI
La XVI edizione dell’Atlante dell’Infanzia (a rischio) in Italia dal titolo "Senza Filtri"accende i riflettori sull’adolescenza, tra iperconnessione, isolamento e disuguaglianze sociali. La fotografia che emerge è complessa: adolescenti che vivono in una dimensione onlife, alla ricerca di ascolto e spazi di condivisione, ma spesso a rischio di isolamento.
Oltre il 92% dei ragazzi e delle ragazze tra i 15 e i 19 anni utilizza strumenti di IA, e il 41,8% li ha usati per cercare aiuto quando si sentiva triste, solo o ansioso. Una percentuale simile, oltre il 42%, li ha consultati per ricevere consigli su scelte importanti da fare. Al contempo, meno della metà degli adolescenti intervistati (49,6%) dichiara di avere un buon livello di benessere psicologico, con un divario di genere particolarmente marcato: solo il 34% delle ragazze mostra un buon equilibrio psicologico, contro il 66% dei ragazzi. Quasi uno su dieci si è isolato volontariamente per problemi psicologici, e il 12% ha fatto uso di psicofarmaci senza prescrizione.
Atlante dell’Infanzia: povertà, isolamento e nuove sfide
La XVI edizione dell’Atlante dell’Infanzia (a rischio) ci racconta la condizione degli adolescenti in Italia, un gruppo sempre più ridotto e vulnerabile, che cresce tra disuguaglianze sociali, e difficoltà economiche. Questi ragazzi e ragazze vivono in un Paese in cui il rischio povertà e l’isolamento possono incidere pesantemente sul loro benessere, mentre l’accesso a spazi, attività e relazioni resta limitato.
I dati principali sugli adolescenti italiani:
- Popolazione: poco più di 4 milioni di 13-19enni, pari al 6,86% della popolazione (uno su 15); nel 1983 erano 6,5 milioni (11,6%).
- Famiglie: il 22% degli adolescenti è figlio unico; quasi uno su quattro vive con un solo genitore (4,4% padre solo, 18,5% madre sola).
- Povertà ed esclusione sociale: oltre un adolescente su quattro (26,1%) tra 11 e 15 anni è a rischio povertà o esclusione sociale con forti disuguaglianze territoriali, al Nord 15,2%, Centro 24,1%, Mezzogiorno 41,9%.;
- Povertà alimentare ed energetica: 5,2% dei 12-15enni in povertà alimentare; 8,2% sotto i 16 anni in povertà energetica.
- Condizioni abitative: il 43% delle famiglie con figli 11-15enni vive in case sovraffollate (una famiglia su 6 per il totale delle famiglie).
Il video con le voci di ragazzi e ragazze
Il video di questa sedicesima edizione dell'Atlante raccoglie le voci di ragazzi e ragazze restituendo un universo di adolescenti onlife, da una parte consapevoli delle difficoltà della fase che attraversano e alla ricerca di nuove strade e spazi di condivisione, dall’altra a rischio di isolamento.
Adolescenti e Intelligenza Artificiale: compagnia e conforto
L’Intelligenza Artificiale è ormai parte integrante della quotidianità degli adolescenti: il 92,5% la utilizza, contro il 46,7% degli adulti, e quasi un ragazzo su tre la consulta quasi ogni giorno. I chatbot come Chat GPT, Claude e Dixit sono gli strumenti più diffusi, seguiti da traduttori automatici e assistenti vocali.
L’IA viene utilizzata soprattutto per studio, ricerca di informazioni e scrittura, ma anche come supporto emotivo. Molti apprezzano che sia sempre disponibile, non giudichi e capisca, tanto che una parte significativa preferisce confrontarsi con uno strumento digitale piuttosto che con una persona reale.
Questi dati mostrano come l’IA stia assumendo un ruolo crescente anche nel supporto emotivo, sottolineando l’urgenza di garantire benessere psicologico, spazi di socialità e un dialogo intergenerazionale per guidare percorsi educativi e politiche dedicate agli adolescenti.
Benessere psicologico: un’urgenza che non possiamo ignorare
Nonostante molti adolescenti trovino nell’IA un sostegno emotivo, i dati sul benessere psicologico raccontano una realtà preoccupante: meno della metà dei 15-16enni italiani (49,6%) afferma di sentirsi bene psicologicamente nelle ultime due settimane, con un divario di genere significativo. C’è un forte divario tra ragazze e ragazzi che dichiarano di avere un buon equilibrio psicologico (il 66% dei ragazzi contro 34% delle ragazze), e quasi due quindicenni su cinque percepiscono il proprio corpo come “troppo grasso”, molto più della reale condizione fisica. Questi numeri si riflettono anche in comportamenti a rischio: il 9% si è isolato volontariamente, il 31% ha praticato binge drinking nell’ultimo mese, e il 12% nell’ultimo anno ha assunto psicofarmaci senza prescrizione, con percentuali più elevate tra le ragazze.
Relazioni onlife: l’adolescenza digitale
Le relazioni degli adolescenti oggi si sviluppano in un contesto sempre più digitale, tra amicizie solide e rischi legati alla rete. Nonostante l’uso massiccio di strumenti online, la maggior parte dei ragazzi e delle ragazze resta soddisfatta dei propri legami: più di 8 su 10 esprimono apprezzamento per il rapporto con gli amici, e oltre il 77% per quello con i genitori.
Tuttavia, la vita onlife comporta nuove vulnerabilità e comportamenti emergenti:
- Il 13% degli adolescenti mostra un uso problematico di internet (iperconnessione).
- Il 38% pratica il “phubbing”, controllando spesso il cellulare anche in presenza di amici o familiari.
- Il 27% si sente nervoso quando non ha il telefono a portata di mano.
- Il 47,1% dei 15-19enni è stato/a vittima di cyberbullismo, con un aumento di 16 punti percentuali rispetto al 2018; quasi il 20% dei 14-19enni ha subito episodi offensivi più volte in un mese.
- Tra gli studenti stranieri, la quota di vittime ripetute di atti intimidatori è più alta (26,8%) rispetto ai coetanei italiani (20,4%).
- Relazioni intime e sessualità passano online: il 30% ha praticato ghosting; il 37% dei 15-19enni visita siti porno per adulti (54,5% ragazzi, 19,1% ragazze); l’8,2% usa app di incontri.
I nostri interventi per bambini e famiglie
«L’Atlante fotografa le tante, diverse, adolescenze vissute in Italia da una generazione che è stata duramente segnata dall’emergenza Covid, in termini di uso problematico di internet e di rischi di isolamento, ma che oggi cerca con forza nuovi spazi di protagonismo» – ha dichiarato Raffaela Milano, Direttrice del Polo Ricerche di Save the Children.
Siamo attivi da anni in Italia con bambine, bambini e adolescenti, portando avanti programmi per contrastare la povertà educativa e offrire opportunità formative gratuite. Nei 27 Punti Luce presenti in 15 regioni lavoriamo insieme a partner locali e istituzioni per garantire percorsi di crescita e inclusione.
Con il programma “Qui, un quartiere per crescere”, interveniamo in cinque territori (Ostia Ponente a Roma, Zen 2 a Palermo, Pianura a Napoli, Macrolotto Zero a Prato e Porta Palazzo – Aurora a Torino) con l’obiettivo di trasformare i quartieri in luoghi dove tutti i bambini e gli adolescenti possano sviluppare le proprie potenzialità nei prossimi nove anni.
Attraverso il Movimento Giovani per Save the Children, coinvolgiamo ragazze e ragazzi tra i 14 e i 25 anni su tutto il territorio nazionale, rendendoli protagonisti della promozione dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. Molti di loro si impegnano sul tema del benessere mentale, portando avanti iniziative peer-to-peer come “I Support My Friend” per sostenere i coetanei nei momenti di difficoltà.
In tutte le nostre progettualità lavoriamo anche trasversalmente per promuovere la salute mentale e il benessere psicosociale dei più giovani. L’Atlante, infine, ospita le opere nate da un workshop con le studentesse e gli studenti del Liceo Artistico di via Ripetta a Roma, curato dall’artista e docente Elena Bellantoni, a testimonianza del nostro lavoro diretto con i ragazzi e della loro creatività.
(fonte: Save the chirldren 20/11/2025)
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Adolescenti in “riserva” di speranza:
il 65% non vede un futuro in Italia.
La richiesta d’aiuto che la scuola non può ignorare
L’indagine di Demopolis e Con i Bambini svela che il 43% degli adolescenti teme per la propria sicurezza fuori casa. Emerge un forte divario generazionale, con i genitori più pessimisti sul futuro rispetto ai figli.
C’è un’Italia che cammina a due velocità, e a farne le spese sono i più giovani. A rivelarlo è l’indagine “Vivere da adolescenti in Italia”, condotta dall’Istituto Demopolis per l’impresa sociale Con i Bambini e presentata in occasione della Giornata internazionale per i diritti dell’infanzia. Da un lato c’è il desiderio prepotente di normalità, di affetti stabili e di realizzazione personale; dall’altro c’è la paura fisica di uscire di casa e l’angoscia per un futuro che appare sbarrato. È questa la fotografia nitida, e a tratti impietosa, scattata dai ricercatori su un campione di oltre 3.400 intervistati.
La geografia della paura: quando la città diventa nemica
Il dato che emerge con maggiore prepotenza dal report riguarda la sicurezza percepita. Per un adolescente su due, lo spazio pubblico non è un luogo di libertà, ma di minaccia. Il 43% dei ragazzi tra i 14 e i 17 anni dichiara di temere molestie, violenze o atti di bullismo quando si trova fuori dalle mura domestiche. Una percentuale che svela profonde disuguaglianze di genere e territoriali: la paura sale vertiginosamente al 63% tra le ragazze e tocca il 59% per chi risiede in quartieri periferici o difficili. Non è una percezione infondata: il 46% del campione segnala che gli episodi di violenza giovanile o legati alle baby gang sono “sempre più frequenti” nella propria città. Su questo punto, il commento di Marco Rossi Doria, presidente di Con i Bambini, è netto e richiama le istituzioni alle proprie responsabilità:
“È un’emergenza nazionale. Tra i nostri ragazzi c’è molta sofferenza. Nonostante desiderino una vita normale sono preoccupati, hanno paura a vivere in questo Paese anche per la mancata possibilità di sviluppo. Basti un dato: il 43 per cento, quando si trova fuori casa, teme di poter essere vittima di molestie, violenza o bullismo; un numero che sale al 59% nei quartieri difficili e al 63% fra le ragazze italiane nel complesso”.
Periferie educative: il vuoto dei servizi
L’indagine Demopolis mette sotto accusa la pianificazione urbana e sociale del nostro Paese. Se la scuola tiene (solo il 37% la ritiene inadeguata nel proprio contesto), tutto ciò che le ruota attorno crolla nelle aree svantaggiate.
Nei quartieri “difficili”, il 71% dei ragazzi lamenta la mancanza di strutture sportive e il 63% denuncia l’assenza di occasioni culturali. È un vuoto che pesa sulla crescita: chi vive in periferia ha il 31% di possibilità in meno di praticare sport rispetto ai coetanei di aree più servite.
Il direttore dell’Istituto Demopolis, Pietro Vento, analizza così questa frattura territoriale:
“Secondo gli adolescenti intervistati le città italiane non sono a misura di minori: meno della metà del campione analizzato ritiene che siano adeguati spazi verdi, scuole, strutture per lo sport, trasporti pubblici. Meno del 30% valuta sufficienti la sicurezza urbana, la qualità dell’aria, i servizi sociali. E, fra i ragazzi che dichiarano di vivere in periferie e quartieri difficili, le valutazioni scendono di oltre 10 punti per tutte le variabili analizzate: oltre i 2/3 ritengono inadeguati servizi sociali e sanitari, occasioni per il tempo libero, sicurezza urbana”.
La richiesta di aiuto silenziosa: il primato della salute mentale
Rispetto al passato, cambiano radicalmente le priorità valoriali. Nella classifica delle “cose importanti”, subito dopo i pilastri della Famiglia (78%) e dell’Amicizia (72%), irrompe il benessere psicologico (62%), considerato ormai fondamentale quanto l’Amore. I dati raccontano di una generazione introspettiva e fragile: il 30% degli adolescenti è già andato dallo psicologo, e un altro 26% vorrebbe andarci ma non lo ha fatto. Una richiesta d’aiuto che si scontra con la preoccupazione per la salute mentale, citata dal 37% dei ragazzi come seconda fonte di ansia subito dopo l’incertezza per il futuro (55%).
Il cortocircuito educativo: genitori più pessimisti dei figli
Uno degli aspetti più allarmanti per il mondo della scuola è la trasmissione della sfiducia. Sebbene un terzo dei ragazzi (33%) si dichiari pessimista sul proprio futuro in Italia, sono gli adulti a non vedere luce. Il 73% dei genitori guarda al domani dei propri figli con pessimismo, contro appena il 16% di ottimisti.
“Il futuro è la prima ragione di preoccupazione per il 55% degli adolescenti” spiega ancora Pietro Vento, sottolineando però un dato critico sugli adulti: “I genitori italiani dimostrano di non saper offrire alle nuove generazioni puntelli ed esempi di fiducia cui ispirarsi”.
Cosa chiedono i ragazzi alla politica e alla scuola?
Nonostante il quadro a tinte fosche, gli adolescenti non si arrendono. Hanno idee chiare su cosa servirebbe per migliorare la loro vita: luoghi di aggregazione (44%), pulizia (43%) e sicurezza (40%). Chiedono spazi per socializzare, non cattedrali nel deserto.
In chiusura, il monito di Rossi Doria suona come un programma di lavoro per tutta la comunità educante:
“In generale è una generazione che chiede più spazio di socialità e di autodeterminazione e che nonostante le difficoltà che la scena che gli abbiamo lasciati gli prospetta, non rinuncia ai propri sogni. Ascoltiamoli di più! Sono ragazzi e ragazze del nostro Paese che pongono ai primi posti, tra le ‘cose importanti’ della vita, la famiglia e l’amicizia, ma anche lo star bene con se stessi e che danno importanza all’amore in un tempo di conflitti e di odi. Non è davvero poca cosa. Stanno dicendo cose che servono anche ai loro genitori e nonni, a noi tutti”.
(fonte: Orizzonte Scuola, articolo di Giuseppina Bonadies 19/11/2025)
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Vedi anche il post precedente: