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martedì 18 ottobre 2022

17 ottobre Giornata Mondiale per l'eliminazione della povertà e il rifiuto della miseria

17 ottobre Giornata Mondiale
per l'eliminazione della povertà e il rifiuto della miseria


La giornata mondiale del rifiuto della miseria fu celebrata per la prima volta il 17 ottobre 1987 a Parigi, quando centomila difensori dei diritti umani di ogni paese, si riunirono sul Sagrato dei Diritti dell’Uomo, al Trocadéro su iniziativa di padre Joseph Wresinski, per esprimere il loro rifiuto della miseria e per esortare l’umanità ad unirsi per far rispettare i diritti umani. 
Tale Giornata venne però istituita dalle Nazioni Unite nel 1992 e ogni anno viene celebrata in questa data, giungendo quest'anno alla sua trentesima edizione. 

Ogni anno, il Consiglio d’Europa partecipa alla celebrazione della Giornata internazionale per l’eliminazione della povertà e organizza una cerimonia davanti alla riproduzione della pietra commemorativa, simbolo del rifiuto della povertà, sul piazzale del Palais de l’Europe, a Strasburgo.

La strategia del Consiglio d’Europa per combattere la povertà è diretta a rafforzare la coesione sociale in Europa e prevenire e combattere l’esclusione sociale. Il Consiglio d’Europa dispone, inoltre, di strumenti giuridici quali: la Convenzione europea dei Diritti dell’Uomo, che stabilisce i diritti e le libertà fondamentali, e la Carta Sociale europea che stabilisce i diritti sociali, ivi compreso il diritto alla protezione contro la povertà e il diritto all’alloggio.

È una ricorrenza molto importante che richiama l'attenzione su un fenomeno purtroppo in forte crescita; un problema sempre più diffuso anche a causa della recente emergenza sanitaria che ha colpito tutto il mondo; infatti, la finalità di questa giornata è quella di promuovere la consapevolezza della necessità di eradicare la povertà e la miseria in tutti i paesi del mondo, soprattutto in quelli in via di sviluppo.

La sensibilità da parte dei più importanti organi e istituzioni in merito alle azioni da intraprendere per combattere questo problema sta aumentando, a partire dal Programma alimentare mondiale delle Nazioni Unite, che è la più grande organizzazione umanitaria al mondo impegnata in molteplici attività umanitarie connesse al sostegno delle persone economicamente svantaggiate.

Foto: AP

Soldi, cibo, lavoro restano ancora oggi i bisogni essenziali di tante persone che bussano alle porte dei vari Centri di ascolto Caritas delle nostre realtà diocesane. Ma la povertà non è solo mancanza di reddito o lavoro: è isolamento, fragilità, paura del futuro.


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In Italia sempre più poveri,
crescono del 7,7% gli accessi ai centri ascolto Caritas

Il cardinale Zuppi, presidente della Cei: aggiustare ma non abolire il Reddito di Cittadinanza, "la povertà sarà dura e pesante". Nel 2021 erogati quasi un milione e mezzo di interventi. Aumentano gli stranieri e tutti coloro che hanno una bassa scolarizzazione. Per l’ente caritativo della Cei serve rafforzare la presa in carico dei Comuni dei soggetti caduti in povertà

Mensa della Caritas per i poveri

Sempre più persone ricorrono ai centri ascolto della Caritas. Nel 2021 le persone incontrate e supportate sono state 227.566. Rispetto al 2020 si è registrato un incremento del 7,7% del numero di beneficiari supportati (legato soprattutto agli stranieri). Non si tratta sempre di nuovi poveri ma anche di persone che oscillano tra il dentro fuori dallo stato di bisogno. Secondo i dati ufficiali, le famiglie in povertà sono 1 milione 960 mila, pari a 5.571.000 persone (il 9,4% della popolazione residente), confermando i massimi storici toccati dal 2020.

Che cosa fare

Il Reddito di Cittadinanza è stata percepito da 4,7 milioni di cittadini, ma raggiunge poco meno della metà dei poveri assoluti (44%). Per Caritas, sarebbe quindi opportuno assicurarsi che fossero raggiunti tutti coloro che versano nelle condizioni peggiori, partendo dai poveri assoluti. Ma vanno garantiti anche adeguati processi di inclusione sociale, dunque serve rafforzare la capacità di presa in carico dei Comuni, anche attraverso il potenziamento delle risorse umane e finanziarie a disposizione e un miglior coordinamento delle azioni. Particolare attenzione va data ai nuovi progetti programmi in partenza, finanziati dal Pnrr, tra cui GOL (Garanzia Occupabilità Lavoratori), un programma pensato per rafforzare i percorsi di occupabilità di disoccupati, lavoratori poveri o fragili/vulnerabili (NEET, giovani, maturi), beneficiari di Reddito e di ammortizzatori sociali in costanza o assenza di rapporti di lavoro; si tratta di 3 milioni di persone da formare o riqualificare entro il 2025, di cui il 75% saranno donne, disoccupati di lunga durata, giovani under 30, over 55.

Il cardinale Zuppi: far uscire i poveri dalla 'zona retrocessione'

Il cardinale Matteo Zuppi, presidente della Cei, in un messaggio è intervenuto sul reddito di cittadinanza. "C'è un aggiustamento da fare - ha detto - ma mantenendo questo impegno che deve essere cosi' importante in un momento in cui la poverta' sara' ancora piu' dura, ancora piu' pesante e rischia di generare ancora piu' poverta' in quelle fasce dove si oscilla nella sopravvivenza, che devono avere anche la possibilita' di uscire da questa 'zona retrocessione'". E sul rapporto io porporato ha precisato che è “preoccupante, ci deve aiutare a scegliere e a vivere consapevolmente le settimane e i mesi difficili verso cui andiamo incontro, che richiedono e richiederanno tanta solidarieta', delle risposte rapide, perche' la sofferenza non puo' aspettare, non deve aspettare, ma anche delle risposte che sanno guardare al futuro".

Chi sono i poveri che si rivolgono alla Caritas?

Chiedono aiuto sia uomini (50,9%) che donne (49,1%). Cresce da un anno all’altro l’incidenza delle persone straniere che si attesta al 55%, con punte che arrivano al 65,7% e al 61,2% nelle regioni del Nord-Ovest e del Nord-Est; di contro, nel Sud e nelle Isole, prevalgono gli assistiti di cittadinanza italiana che corrispondono rispettivamente al 68,3% e al 74,2% dell’utenza. L’età media dei beneficiari si attesta a 45,8 anni. Complessivamente le persone senza dimora incontrate sono state quasi 24.000, pari al 16,2% dell’utenza: si tratta per lo più di uomini (72,8%), stranieri (66,3%), celibi (45,1%), con un’età media di 43,7 anni e incontrati soprattutto nelle strutture del Nord.

Sulla povertà incide anche la bassa scolarizzazione

Tra chi accolto nei centri Caritas, cresce il peso di chi possiede al massimo la licenza media, che passa dal 57,1% al 69,7%; tra loro si contano anche persone analfabete, senza alcun titolo di studio o con la sola licenza elementare. Nelle regioni insulari e del sud, il dato arriva rispettivamente all’84,7% e al 75%. Ma va anche segnalato che nel 2021 cresce l’incidenza dei disoccupati o inoccupati che passa dal 41% al 47,1%, e al contempo cala la quota degli occupati, ora arrivata al 23,6%.

La risposta della Caritas alla povertà

Nel 2021 la Caritas ha erogato quasi 1milione 500mila interventi, una media di 6,5 interventi per ciascun assistito. Da notare che il 74,7% ha riguardato l’erogazione di beni e servizi materiali (mense/empori, distribuzione pacchi viveri, buoni ticket, prodotti di igiene personale, docce, ecc.); il 7,5% le attività di ascolto, semplice o con discernimento; il 7,4% gli interventi di accoglienza, a lungo o breve termine; il 4,6% l’erogazione di sussidi economici (per il pagamento di affitti e bollette), il 2,2% il sostegno socio assistenziale e l’1,5% interventi sanitari. Importante lo sforzo economico. I sussidi economici pur rappresentando solo il 4,6% degli interventi assorbono oltre il 76% delle spese.

L’ascensore sociale non funziona

Chi si colloca sulle posizioni più svantaggiate della scala sociale ha poche possibilità di accedere ai livelli superiori. Caritas mette in luce che nelle storie di deprivazione intercettate, i casi di povertà intergenerazionale pesano per il 59,0%; nelle Isole e nel Centro il dato risulta ancora più marcato, pari rispettivamente al 65,9% e al 64,4%; il nord-Est e il Sud risultano le macro-aree con la più alta incidenza di poveri di prima generazione. In sostanza, le persone che vivono oggi in uno stato di povertà, nate tra il 1966 e il 1986, provengono per lo più da nuclei familiari con bassi titoli di studio, in alcuni casi senza qualifiche o addirittura analfabeti (oltre il 60% dei genitori possiede al massimo una licenza elementare). Più del 70% dei padri degli assistiti Caritas è occupato in professioni a bassa specializzazione. Per le madri è invece elevatissima l’incidenza delle casalinghe (il 63,8%), mentre tra le occupate prevalgono le basse qualifiche.

La pandemia ha colpito di più i giovani

Le ragazze e i ragazzi che vengono da famiglie in difficoltà hanno avuto più difficoltà con la pandemia di Covid19, hanno verificato Caritas e i Centri di Formazione Professionale dei Salesiani. Secondo i dati raccolti presso un campione di giovani in cinque paesi Ue , il 41,3% di essi ha vissuto in famiglia gravi problemi economici a causa del Covid; il 44,1% riceve aiuto per pagare le spese scolastiche; il 37,4% non si sente preparato per continuare gli studi; il 57,1% non si sente pronto ad entrare nel mondo del lavoro; il 78,6% non è stato aiutato da nessuno a scuola per orientare il proprio futuro. L’ascolto dei direttori dei CFP Salesiani conferma l’impatto del Covid-19: per almeno quattro studenti su cinque, la pandemia ha influito significativamente nella pianificazione del loro futuro, soprattutto in termini negativi.
(Vatican news, articolo di Alessandro Guarasci 17/10/2022)

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Il Rapporto Caritas
Povertà al massimo storico nel 2021:
quasi 2 milioni di famiglie in indigenza assoluta

Sono 1 milione e 500 mila gli interventi erogati dalla Caritas nel corso dell'anno passato. Una media di 6,5 interventi per ciascun assistito. L'incidenza si conferma più alta nel Mezzogiorno

Ansa Povertà

Povertà e disuguaglianza sociale in crescita.

Nel 2021 la povertà assoluta conferma i suoi massimi storici toccati nel 2020, anno di inizio della pandemia da Covid-19. Le famiglie in povertà assoluta risultano 1 milione 960 mila, pari a 5.571.000 persone (il 9,4%della popolazione residente).

Il testo del Rapporto Caritas "L'anello debole" prende in esame le statistiche ufficiali sulla povertà e i dati provenienti da quasi 2.800 Centri di Ascolto Caritas su tutto il territorio nazionale. "In riferimento all'età - si legge -, i livelli di povertà continuano ad essere inversamente proporzionali: la percentuale di poveri assoluti si attesta infatti al 14,2% fra i minori (quasi 1,4 milioni bambini e i ragazzi poveri), all'11,4% fra i giovani di 18-34 anni, all'11,1% per la classe 35-64 anni e al 5,3% per gli over 65 (valore sotto la media nazionale).

La fotografia della Caritas italiana sull’operato della rete sociale in favore degli ultimi registra quasi 1 milione e 500 mila interventi erogati nel corso del 2021. Una media di 6,5 interventi per ciascun assistito (considerate anche le prestazioni di ascolto). L'incidenza si conferma più alta nel Mezzogiorno (10% dal 9,4%del 2020) mentre scende in misura significativa al Nord, in particolare nel Nord-Ovest (6,7% da 7,9%)".

In particolare: il 74,7% ha riguardato l'erogazione di beni e servizi materiali (mense/empori, distribuzione pacchi viveri, buoni ticket, prodotti di igiene personale, docce, ecc.); il 7,5% le attività di ascolto, semplice o con discernimento; il 7,4% gli interventi di accoglienza, a lungo o breve termine; il 4,6% l'erogazione di sussidi economici (per il pagamento di affitti e bollette), il 2,2% il sostegno socio-assistenziale e l'1,5% interventi sanitari.

L'analisi della conversione degli interventi in euro mette in luce, tuttavia, che le erogazioni di sussidi economici, pur rappresentando solo il 4,6% degli interventi, assorbono oltre il 76% delle spese.

Ansa Mensa della Caritas

In difficoltà le famiglie con più figli

Tra il 2020 e il 2021 l'incidenza della povertà è cresciuta più della media per le famiglie con almeno 4 persone, i nuclei familiari con persona di riferimento di età tra 35 e 55 anni, i bambini di 4-6 anni, le famiglie degli stranieri e quelle con almeno un reddito da lavoro. È cresciuta meno della media per le famiglie piccole, con anziani, composte da soli italiani".

Sul fronte lavoro emerge che più del 70% dei padri degli assistiti dalla Caritas risulta occupato in professioni a bassa specializzazione. Per le madri è invece elevatissima l'incidenza delle casalinghe (il 63,8%), mentre tra le occupate prevalgono le basse qualifiche. Il raffronto tra le due generazioni mostra che circa un figlio su cinque ha mantenuto la stessa posizione occupazionale dei padri e che il 42,8% ha invece sperimentato una mobilità discendente (soprattutto tra coloro che hanno un basso titolo di studio). Più di un terzo (36,8%) ha, invece, vissuto una mobilità ascendente in termini di qualifica professionale, anche se poi quel livello di qualifica non trova sempre una corrispondenza in termini di impiego (data l'alta incidenza di disoccupati) o un adeguato inquadramento contrattuale e retributivo, vista l'alta incidenza dei lavoratori poveri.
(fonte: RaiNews 17/10/2022)


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Povertà assoluta ai massimi storici:
coinvolge 1,9 milioni di famiglie

I dati di Caritas Italiana, contenuti nel 21° Rapporto su povertà ed esclusione sociale dal titolo “L’anello debole”. Sono 5.571.000 (il 9,4% della popolazione residente) le persone in povertà assoluta. L’incidenza si conferma più alta al Sud. Livelli di povertà inversamente proporzionali all’età


Sono 1 milione 960 mila, pari a 5.571.000 persone (il 9,4% della popolazione residente) le famiglie in povertà assoluta in Italia. L’incidenza si conferma più alta al Sud (10% dal 9,4% del 2020) mentre scende in misura significativa al Nord, in particolare nel Nord-Ovest (6,7% da 7,9%). In generale, nel 2021 la povertà assoluta conferma i suoi massimi storici toccati nel 2020, anno di inizio della pandemia da Covid-19. Lo dice la Caritas italiana nel suo 21° Rapporto su povertà ed esclusione sociale dal titolo “L’anello debole”. Il testo prende in esame le statistiche ufficiali sulla povertà e i dati di fonte Caritas, provenienti da quasi 2.800 centri di ascolto su tutto il territorio nazionale.

Secondo il report i livelli di povertà continuano ad essere inversamente proporzionali all’età: la percentuale di poveri assoluti si attesta infatti al 14,2% fra i minori (quasi 1,4 milioni bambini e i ragazzi poveri), all’11,4% fra i giovani di 18-34 anni, all’11,1% per la classe 35-64 anni e al 5,3% per gli over 65 (valore sotto il la media nazionale). Tra il 2020 e il 2021 l’incidenza della povertà è cresciuta più della media per le famiglie con almeno 4 persone, le famiglie con persona di riferimento di età tra 35 e 55 anni, i bambini di 4-6 anni, le famiglie degli stranieri e quelle con almeno un reddito da lavoro. È cresciuta meno della media per le famiglie piccole, con anziani, composte da soli italiani.

Il capitolo conclusivo del Rapporto di Caritas italiana si sofferma sulla situazione e le prospettive delle politiche di contrasto alla povertà, sviluppando una riflessione lungo tre assi: come realizzare buone politiche contro la povertà assoluta; quali interventi pubblici sono adeguati per fronteggiare l’alto rischio di povertà ed esclusione sociale in Italia; quale ruolo la rete delle Caritas può svolgere in uno scenario di politiche pubbliche profondamente mutato negli ultimi anni, in cui lo Stato viene assume un rinnovato ruolo di centralità.

La misura di contrasto alla povertà esistente nel nostro Paese, il reddito di cittadinanza, è stata finora percepita da 4,7 milioni di persone, ma raggiunge poco meno della metà dei poveri assoluti (44%). Sarebbe quindi opportuno assicurarsi che fossero raggiunti tutti coloro che versano nelle condizioni peggiori, partendo dai poveri assoluti. Accanto alla componente economica dell’aiuto vanno garantiti adeguati processi di inclusione sociale. Ma al momento una serie di vincoli amministrativi e di gestione ostacolano tale aspetto. Il Rapporto offre alcune proposte, di rafforzamento della capacità di presa in carico dei Comuni, anche attraverso il potenziamento delle risorse umane e finanziarie a disposizione e un miglior coordinamento delle azioni. Particolare attenzione va data ai nuovi progetti programmi in partenza, finanziati dal Pnrr, tra cui GOL (Garanzia Occupabilità Lavoratori), un programma pensato per rafforzare i percorsi di occupabilità di disoccupati, lavoratori poveri o fragili/vulnerabili (NEET, giovani, maturi), beneficiari di RdC e di ammortizzatori sociali in costanza o assenza di rapporti di lavoro; si tratta di 3 milioni di persone da formare o riqualificare entro il 2025, di cui il 75% saranno donne, disoccupati di lunga durata, giovani under 30, over 55. Per il tipo di profilo definiti, questo programma interesserà senz’altro persone che si rivolgono ai centri e servizi Caritas.
(fonte: Redattore Sociale 17/10/2022)