Concedi al tuo servo un cuore docile, perché sappia rendere giustizia al tuo popolo e sappia distinguere il bene dal male" (1Re 3,9)
Traccia di riflessione
sul Vangelo della domenica
di Santino Coppolino
Vangelo: Gv 9,1-41
Continua ancora l'itinerario battesimale iniziato Domenica scorsa con il brano della samaritana al pozzo. E' un cammino senza fine di illuminazione nella fede che ci abilita a vedere, ad aprire gli occhi sulla nostra realtà di non vedenti, perennemente bisognosi di guarigione. Nel gesto compiuto da Gesù troviamo molti riferimenti alla Creazione dell'uomo (cfr. Gen 2,7) anche se, in realtà, siamo in presenza di una creazione nuova: il fango non è più impastato con l'acqua, ma con la saliva di Gesù, simbolo dello Spirito di Dio.
"Questo è il progetto originario di Dio, quello di farci realmente figli, impastati di polvere e Cielo, partecipi delle caratteristiche del creato e del Creatore, con i piedi per terra e il cuore sempre alla ricerca di Dio "(cit.).
La presenza vivificante dello Spirito Creatore in noi, nelle nostre parole, nei nostri gesti, nelle nostre relazioni, fa di noi creature nuove, ci rende irriconoscibili agli occhi di coloro che giudicano secondo parametri umani anche se rivestiti di sacralità religiosa, costoro sì ciechi, incapaci di vedere e accogliere il Dio vivente che in Gesù è venuto a darci la vista e la vita. Come Paolo di Tarso che, "Apertisquae oculis, nihil videbat = Ad occhi aperti vedeva il nulla" (At 9,8), nonostante cioè conoscesse bene la Torah e fosse irreprensibile nella sua osservanza (cfr. Fil 3,6), era come fosse cieco perché non aveva ancora compreso che il fine della Legge è il bene assoluto degli uomini, e che Dio ce ne aveva fatto dono "perché avessimo vita e l'avessimo in abbondanza" (10,10). Quando così non è, la Legge diventa strumento di oppressione, un giogo insopportabile, uno strumento diabolico dispensatore di sofferenze e di morte. E' lo stravolgimento della Verità di Dio, il tradimento dell'Alleanza, la fine del sogno d'amore del Padre sull'umanità. Per questa ragione quanti hanno avuto la grazia di avere aperti gli occhi, alla stregua di Gesù, vengono banditi dalla comunità come fossero dei corpi estranei. Il brano infatti comincia con un cieco che ottiene di vedere e viene espulso e termina con dei presunti vedenti che in realtà sono i veri ciechi. "Adesso l'ex cieco, espulso fuori dalle tenebre di chi lo vuole cieco alla luce di chi gli ha dato la vista, può finalmente incontrare il Volto "(cit.)