di p. Felice Scalia, SJ
Riflessione tratta da HOREB,
tracce di spiritualità a cura dei Carmelitani,
anno XXV - 2016 - n. 2
La misericordia, volto di Dio, volto dell’uomo
Gli anziani ricordano di avere iniziato il percorso catechistico con una domanda innocente: «Chi è Dio?». Ricordano pure la risposta ovvia diPio X: «L’Essere perfettissimo, creatore del cielo e della terra». In realtà si affrontava un problema che percorre i millenni e li attraverserà. Per esprimerci in termini biblici, di Dio noi conosciamo solo “le spalle” (cf. Es 33,23). Non lo vedremo mai nella sua misteriosa infinita ricchezza. Potremo intuire qualcosa di chi è Lui, solo contemplando con grato amore quello che fa per noi, che relazioni intesse per noi, che ci chiede, verso cosa ci chiama. Il tetragramma sacro propriamente non è un “nome” di Dio, ma indica solo la via per saperne qualcosa dei suoi tratti: «Ti accorgerai di ciò che io sono man mano che camminiamo insieme, nella storia che insieme tesseremo». In questa prospettiva qualcosa di certo la acquisiamo su Dio: è proteso ad esprimersi ed a donarsi in un moto di amore gratuito alle sue creature. Tutto fa con sapienza ed amore. Tutto modella secondo una sua eterna Parola, e tutto diventa “parola” che lo esprime, lo rende presente. Dio stes- so è dono libero gratuito di sé all’uomo nel suo Verbo. È amore senza ripensamenti e ritorni, unilaterale, per sempre, generatore di vita perennemente nuova, liberata da ogni schiavitù. Questo lo sappiamo. Tuttavia la bella lapidaria espressione di Giovanni nella sua prima lettera: «Dio è amore» (1Gv 4,7), ci induce a non fermarci a queste considerazioni. La creatura che Dio ama è, appunto, una creatura. Immagine limitata di Lui. Questa creatura anzi, più che nascere “immagine di Dio” viene al mondo come vocazione a divenire tale. E diverrà “figlio”, “immagine e somiglianza di Dio” nel corso della sua storia, nel lento evolversi dei giorni, con tutte le incertezze ed i limiti imposti dalle leggi della crescita e dell’inevitabile ritorno “alla polvere”. Questo lento cammino, che porta ...
... “il misericordioso” non è uno dei tanti nomi di Dio, è “il nome”. Papa Francesco lo ribadisce nell’intervista ad Andrea Tornielli: «Il nome di Dio è Misericordia»1 . Misericordia è la chiave per intuire qualcosa di Dio2 . La Misericordia è dono gratuito di Dio perché Dio stesso è dono gratuito di sé a noi. Se “Dio è amore”, per puro amore, cioè per un ovvio moto “allocentrico” e disinteressato, Egli volge i suoi occhi su di noi, ci destina al suo splendore e ad una profonda intimità con Lui, geme per le nostre schiavitù, gioisce per le nostre esultanze, lotta per la nostra liberazione (cf. Is 62,1-5; Es 3,7-8). Ne segue che i doni non si contano più, anche se la Tenerezza amorevole rimane la sorgente infinita. È dono gratuito del Misericordioso l’averci creati, il fatto che esistiamo, mentre il mondo può fare tranquillamente a meno di noi. È dono averci fatto partecipi della sua vita. È dono avere voluto il nostro libero, problematico assenso nel lento divenire di ciò che siamo chiamati ad essere. È dono che Lui cammini con noi, con tutti noi, bianchi e neri, ortodossi ed eretici, gaglioffi o galantuomini. È dono che lui “conti i capelli del nostro capo”, che non si stanchi mai di starci accanto, perfino quando diamo l’impressione di avere man- dato al macero ogni briciolo di umanità. Certamente il dono dei doni è l’averci voluto “figli nel Figlio”, “amici”, ”sposi”, “uno con Lui”, “consumati nell’unità”, “alleati”, partner di un discorso sempre aperto. Questo atteggiamento universale e gratuito di Dio che prescinde dal merito incerto del singolo, ma attiene all’uomo in quanto uomo, rompe d’un colpo la convinzione che è uomo e degno di vivere solo chi se lo merita, e che anche i gesti del Dio-Misericordia (riconciliazione, ri-nascita, risurrezione…), vanno meritati, pena la caduta in un lassismo morale distruttivo di ogni etica.
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L’anno giubilare che stiamo vivendo, centrato tutto sul “volto della Misericordia”, se non lo si vuole ridurre ad un cedimento a sollecitazioni devozionistiche di alcune sante donne, va inquadrato in questa problematica. Il Vaticano II era stato convocato perché la chiesa chiarisse a se stessa e al mondo la sua identità. Ma la prosecuzione di quel Concilio doveva consistere nel fatto che, ritrovato il suo volto gesuano al di là di incrostazioni storiche, la chiesa fosse pronta a riannunciare il volto di Dio apparso nel Figlio dell’uomo. Per motivi diversi questo non è successo se non in misura insufficiente. L’attuale Anno Santo ha avuto inizio proprio nel 50º anniversario del giorno in cui il Vaticano II licenziava i Padri conciliari . Ciò vuol dire che vuole riprendere le fila un po’ ingarbugliate, un po’ neglette, di quell’evento. Siamo cristiani, siamo popolo di Dio chiamati ad annunziare il Regno di Dio, ed è tempo di dire che prima di essere giustizia, Dio è amore, anzi che la sua giustizia è l’Amore-Misericordia. Prima di essere Verità, Dio è Vita, anzi la sua Verità sta nell’essere origine santa e custode di ogni Vita. Prima di essere onnipotente è Padre. Prima di essere un distributore di ricompense e castighi “nel giorno della sua ira”, è un “folle” donatore di amore a chi se lo merita ed a chi non se lo merita. È un “testardo” vecchio Padre che da lontano vede venire il figlio perduto, gli va incontro, lo abbraccia, poco curandosi del lezzo della porcilaia che quello si porta.
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La misericordia dono gratuito di Dio di p. Felice Scalia SJ (PDF)
Leggi anche il post già pubblicato:
LA MISERICORDIA, VOLTO DI DIO, VOLTO DELL’UOMO - HOREB n.2/2016 (n. 74)
LA MISERICORDIA, VOLTO DI DIO, VOLTO DELL’UOMO - HOREB n.2/2016 (n. 74)
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