VOLTO DI DIO,
VOLTO DELL’UOMO
HOREB
n. 2/2016 (n. 74)
TRACCE DI SPIRITUALITÀ
A CURA DEI CARMELITANI
La cronaca quotidiana ci offre uno scenario di corruzione, di violenza e di morte. Siamo convinti che la storia quotidiana è intessuta anche di gesti silenziosi di bontà, di altruismo, di generosità, di onestà e di impegno di solidarietà, ma tutto questo, abitualmente, non fa notizia, ma c’è.
Comunque sia, questa storia disumana e l’amarezza che ognuno di noi si porta nel cuore non riescono ad arginare la follia amante di Dio. Questa follia amante, nella Scrittura santa è chiamata misericordia. «Misericordia: è la parola che rivela il mistero della SS. Trinità. Misericordia: è l’atto ultimo e supremo con il quale Dio ci viene incontro» (MV 2), ci ricorda Papa Francesco. La misericordia è il segno inconfondibile della presenza e dell’azione di Dio.
Dio, è il misericordioso, così si rivela a Mosè (Es 34,6), e il salmista, coinvolgendoci nella preghiera, ci invita a contemplare l’azione misericordiosa di Dio: «Egli perdona tutte le tue colpe, guarisce tutte le tue infermità, salva dalla fossa la tua vita, ti circonda di bontà e misericordia, sazia di beni la tua vecchiaia, si rinnova come aquila la tua giovinezza» (Sal 103,3-5).
Dio non considera nessuno irrimediabilmente perduto, «è benevolo verso gli ingrati e i malvagi» (Lc 6,35), per questo nel Figlio Gesù, si fa umano e si pone accanto ad ogni uomo perché tutti desidera rendere partecipi del suo abbraccio misericordioso, generare come figli e far crescere come fratelli.
Chi accoglie il dono della figliolanza, è coinvolto da Gesù a far emergere nella sua vita il sentire del Padre: «Diventate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso» (Lc 6,36). E Gesù stesso evidenzia subito che la misericordia non è un pio sentimento, ma va declinata nella concretezza del vissuto attraverso espliciti atteggiamenti che sono tipici di Dio: «Non giudicate..., non condannate..., perdonate..., date...» (Lc 6,37-38); «ho avuto fame…, ho avuto sete…, ero straniero…, nudo…, malato…, ero in carcere…» (Mt 25,35-36).
La misericordia, allora, per i credenti, non è un optional, ma un’esigenza fondamentale del Vangelo, siamo chiamati a vivere la misericordia nei confronti di tutti e soprattutto dei più poveri, esclusi e sofferenti, in tal modo portiamo un debole raggio della misericordia divina nel buio del mondo. Dentro questo orizzonte la nostra riflessione pone in risalto il duplice “volto” della misericordia: quello di Dio Padre, manifestato nel vissuto di Gesù, e quello “possibile” dell’uomo, nella misura in cui si lascia plasmare e orientare dalla misericordia del Padre (cf. Lc 6,36).
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