con i poveri da poveri
don Virginio Colmegna
Relazione tenuta a Fara San Martino il 3 settembre
in occasione del Convegno diocesano
"La Chiesa della misericordia
alla luce della Evangelii gaudium"
"... L’Evangelii Gaudium è un enciclica da meditare e da vivere collocandola nel cuore del cammino della pastorale della Chiesa: la proposta è l'invito ad un evangelizzazione per attrazione da innamorati di Gesù, che si mettono in ginocchio ai piedi del crocifisso con lo sguardo e il “respiro della resurrezione”, camminando con il pellegrino e con i due discepoli di Emmaus che dicono poi “resta con noi Signore che si fa sera” riconoscendo il Risorto allo spezzare del pane. La novità è questa e va vissuta interiormente spinti da questa grande opportunità, kayros, che lo Spirito ci dà per accogliere, custodire, vivere interiormente il cammino che Francesco fa intravedere per la Chiesa e quindi per noi, per ciascuno di noi... Nell'enciclica al numero 1 si legge “la gioia del Vangelo riempie il cuore e la vita intera di coloro che si incontrano con Gesù” ma è purtroppo attuale la grande tentazione di essere travolti dalla tristezza, di chiuderci in noi stessi per la paura. A questo riguardo, Papa Francesco, ha rivolto un forte ammonimento ai giovani a Cracovia e questa sollecitazione riguarda anche noi: non deve mancare la speranza, il sogno di una fraternità umana che riviva la gioia della condivisione. Chi vive con i poveri ne avverte le sofferenze, Il grido o i silenzi... la loro vita non può rassegnarsi e abbandonarsi alla perdita di speranza. E’ come una spina nel fianco... Per questo abbiamo bisogno di una Chiesa che sia viva, gioiosa.
Ancora nell'enciclica si legge: “Con Gesù Cristo sempre nasce e rinasce la gioia”: questo è un grande dono che dobbiamo avvertire in profondità e non è semplicemente un sentimento, un'emozione, ma la consapevolezza di essere dentro un percorso, nel dono dello spirito, di essere persone che accolgono questa dimensione, che si fidano del Signore Gesù, che hanno tra le mani e nel cuore la freschezza del Vangelo, lasciandoci appunto interrogare dal Vangelo, dalla freschezza delle Beatitudini. Questa gioia è interiore, vive in una dimensione contemplativa, di discepoli innamorati di Gesù
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La misericordia di Dio si inserisce all'interno delle vicende di questo mondo, della società, dei gruppi umani, delle famiglie, dei singoli. Ho riletto recentemente la prima intervista del 2013 pubblicata su “ Civiltà Cattolica” dove il Papa affermava: “Dio si manifesta in una rivelazione storica, nel tempo. Il tempo inizia i processi, lo spazio li cristallizza. Dio si trova nel tempo, nei processi in corso. Non bisogna privilegiare gli spazi di potere rispetto ai tempi, anche lunghi, dai processi. Noi dobbiamo avviare processi più che occupare spazi. Dio si manifesta nel tempo ed è presente nei processi della storia”. Questo pensiero suggerisce di privilegiare le azioni che generano dinamiche nuove. E’ questo il grande compito che ha la testimonianza della carità che, non può essere racchiusa nella categoria della emergenza e della gestione delle risposte, ma deve riconoscersi interrogata da questa passione che mobilita le coscienze. Non possiamo avere una Chiesa dove si delega l'azione alla “caritativa”, ma una testimonianza che mette in moto cultura, emozioni, stile di vita, conversione. E questo richiede pazienza e capacità di attesa. Dunque, il tempo per usare un'altra frase significativa, “è messaggero di Dio”, dobbiamo vivere il tempo nel quale siamo, non lamentandoci, ma portando dentro la capacità, la speranza e la visione, se volete, come ha indicato il Papa ai giovani, per realizzare il sogno di una fraternità nuova nel mondo. Per questo dobbiamo inchinarci e condividere nella quotidianità; ecco perché la misericordia, come dice ancora il Papa, si distende nel tempo orientando le persone verso processi di riconciliazione, come il Papa ha affermato nel messaggio per la 50° giornata mondiale delle Comunicazioni Sociali del 2016.
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