"Concedi al tuo servo un cuore docile, perché sappia rendere
giustizia al tuo popolo e sappia distinguere il bene dal male" (1Re 3,9)
Traccia di riflessione
sul Vangelo della domenica
di Santino Coppolino
Vangelo: Lc 10,38-42
Marta è la "padrona (di casa)" - questo è il significato del suo nome in lingua aramaica - che comanda e cerca di imporsi sulla sorella e su Gesù: "...si fece avanti (lett. si fece sopra)...Signore, dille dunque.. (il verbo è all'imperativo) ". Ma c'è un modo altro per accogliere Gesù nella vita personale e comunitaria: quello di Maria. Marta è figura di una certa Chiesa tutta occupata nel fare, colei che osserva anche le minuzie della Legge - o del catechismo - in attesa del suo Signore, non accorgendosi però che il Signore è già in casa sua seduto, ed insegna. Maria invece è figura di quella Chiesa che ha coscienza di essere stata visitata e si accovaccia, come brava discepola, ai piedi di Gesù in orante ascolto della Sua Parola. Nel passato questa pagina del Vangelo è stata utilizzata per contrapporre l'azione alla contemplazione, ma non è esattamente così.
L'evangelista "intende semplicemente purificare l'azione nella contemplazione, perché sorgente dell'azione sia l'ascolto obbediente della Parola del Signore"(cit.). La pericope perciò ci richiama al fondamento del nostro essere discepoli, che non consiste solo nell'instancabile lavoro per il Regno - pur se importante e necessario -, nelle tantissime attività che svolgiamo, ma nel metterci in ascolto della Parola del Signore, seme di eternità che, se accolto, porta molto frutto trasformandosi in quel Pane di vita che ci fa figli amati del Padre, nel suo Figlio Gesù.