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mercoledì 4 febbraio 2015

OPG: Si cambia tutto per non cambiare niente?

Si cambia tutto per non cambiare niente. Così si potrebbe sintetizzare l’allarme lanciato da Psichiatria democratica sul superamento degli Ospedali psichiatrici giudiziari (Opg), previsto per il 31 marzo 2015 ma che, secondo l’organizzazione fondata da Franco Basaglia, potrebbe tradursi in un’operazione di puro maquillage. “Gli internati ancora sottoposti alle misure di sicurezza rischiano di finire in Residenze per l’esecuzione della misura di sicurezza sanitaria (Rems) – spiega Cesare Bondioli, responsabile carcere e Opg di Psichiatria democratica – collocate negli stessi luoghi e gestite dallo stesso personale sanitario e penitenziario del vecchio Opg. Insomma, una continuazione, sotto altro nome, del vecchio internamento”. Particolarmente allarmante, secondo Psichiatria democratica, la decisione della Regione Sicilia che, se confermata, attiverebbe la Rems nell’area dell’Opg di Barcellona Pozzo di Gotto: “Un’operazione gattopardesca, che lascia tutto come prima”, la definisce Bondioli, che punta il dito anche contro la soluzione adottata nell’Opg di Castiglione delle Stiviere in Lombardia, sottoposto da sempre alle dipendenze del Servizio sanitario nazionale piuttosto che del ministero della Giustizia. “Ma questa particolare condizione non giustifica la riorganizzazione in più moduli da 20 posti. In questo modo andrà avanti esattamente come ora”, commenta il rappresentante di Psichiatria democratica.

L’allarme riguarda però anche i cosiddetti “dimissibili”, ovvero quegli internati non più sottoposti alle misure di sicurezza e ormai esclusivamente sotto la responsabilità del Servizio sanitario nazionale
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Le persone normalmente non si interrogano su come possa essere la vita all’interno di un ospedale psichiatrico giudiziario. E perché dovrebbero? La risposta sarebbe sgradevole e nessuno ha voglia di pensare a cose sgradevoli. É per questo che più passa il tempo più costruzioni come carceri e ospedali psichiatrici vengono spostate fuori dai centri urbani, così che a nessuno capiti di rovinarsi la giornata passeggiando nei dintorni, trovandosi di fronte domande che preferirebbe evitare. Anche se ovviamente ignorare un problema non ha mai contribuito a risolverlo, come sanno bene i soci della Società della Ragione e di StopOPG.
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Il diritto alla cura e al recupero sociale viene lasciato indietro. La domanda che si pongono è quasi sempre quella: dove li mettiamo? Qualche tempo fa è stato ipotizzato di chiudere gli opg e creare trenta rems, ovvero trenta residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza sanitaria: questo è una soluzione transitoria che dobbiamo scongiurare, così come quella di un’ulteriore proroga. E’ fondamentale non mettere in discussione il lavoro fatto fino ad oggi, uscire dalla logica del doppio binario, che giudica diversamente il reato commesso dal matto e quello commesso dal sano. I cittadini vanno giudicati per quello che hanno fatto, non per la malattia che hanno. La pena dev’essere giusta, le modalità attraverso le quali verrà scontata studiate a seconda della malattia. Purtroppo il nesso tra malattia e pericolosità è ancora in vita”...


Vedi anche il nostro post (all'interno i link ai post precedenti):