S. Messa - Cappella della Casa Santa Marta, Vaticano
5 febbraio 2015
inizio 7 a.m. fine 7:45 a.m.
Papa Francesco:
“il Vangelo si annuncia in povertà”
La vera missione della Chiesa non è mettere a punto un’efficiente macchina di aiuti, sul modello di una ong. Il profilo dell’apostolo — che annuncia in semplicità e povertà il Vangelo con l’unico vero potere che viene da Dio — si riconosce invece nella chiara espressione di Gesù ai discepoli rientrati felici dalla missione: «siamo servi inutili». E così il Papa — nella messa celebrata giovedì 5 febbraio, nella cappella della Casa Santa Marta — ha riaffermato che la vera «missione della Chiesa è guarire le ferite del cuore, aprire porte, liberare, dire che Dio è buono, perdona tutto, è padre, Dio è tenero e ci aspetta sempre».
Nel passo evangelico di Marco (6, 7-13) proposto dalla liturgia, ha esordito il Pontefice, «abbiamo ascoltato come Gesù chiama i suoi discepoli» e li invia a «portare il Vangelo: è lui che chiama». Il Vangelo dice «che chiamò a sé e mandava e dava loro poteri: nella vocazione dei discepoli, il Signore dà il potere: il potere per cacciare gli spiriti impuri per liberare, per guarire. Questo è il potere che dà Gesù». Egli infatti «non dà il potere di manovrare o fare grandi imprese»; ma «il potere, lo stesso potere che aveva lui, il potere che lui aveva ricevuto dal Padre, glielo consegna». E lo fa con un «consiglio chiaro: andate in comunità, ma per il viaggio non prenderete nient’altro che un bastone, né pane, né sacca, né denaro: in povertà!».
«Il Vangelo — ha affermato Francesco — è così tanto ricco e tanto forte che non ha bisogno di fare grandi ditte, grandi imprese per essere annunciato». Perché il Vangelo «dev’essere annunciato in povertà, e il vero pastore è quello che va come Gesù: povero, ad annunciare il Vangelo, con quel potere». E «quando il Vangelo viene custodito con questa semplicità, con questa povertà, si vede chiaramente che la salvezza non è una teologia della prosperità» ma «è un dono, lo stesso dono che Gesù aveva ricevuto per darlo».
Francesco ha riproposto «quella scena tanto bella della sinagoga, quando Gesù si presenta ai suoi: “Io sono stato inviato a portare salvezza, a portare il lieto annuncio ai poveri, ai carcerati la liberazione, ai ciechi il dono della vista. La liberazione a tutti quelli che sono oppressi e per annunziare l’anno di grazia, l’anno di gioia”». Proprio questo, ha detto, «è lo scopo dell’annunzio evangelico, senza tante cose strane, mondane». Gesù «manda così».
E — si è chiesto — «cosa comanda di fare» ai discepoli, qual è il suo programma pastorale?». Semplicemente quello di «curare, guarire, alzare, liberare, cacciare via i demoni: questo è il programma semplice». Che coincide, ha fatto notare Francesco, con «la missione della Chiesa: la Chiesa che guarisce, che cura». Tanto che, ha ricordato, «alcune volte io ho parlato della Chiesa come di un ospedale da campo: è vero! Quanti feriti ci sono, quanti feriti! Quanta gente che ha bisogno che le sue ferite siano guarite!».
Dunque, ha proseguito il Papa, «questa è la missione della Chiesa: guarire le ferite del cuore, aprire porte, liberare, dire che Dio è buono, che Dio perdona tutto, che Dio è padre, che Dio è tenero, che Dio ci aspetta sempre».
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