«La morte di Shahbaz Bhatti è una grave perdita per tutti coloro che nel mondo amano la pace». Così Peter Jacob, direttore della Commissione giustizia e pace della Conferenza episcopale pachistana, commentò l’omicidio del ministro pachistano per le minoranze, assassinato il 2 marzo 2011. Nel terzo anniversario della scomparsa di Bhatti, Jacob racconta ad Aiuto alla Chiesa che Soffre la situazione attuale della comunità cristiana in Pakistan e descrive il vuoto lasciato dalla scomparsa del politico cattolico.
«Shahbaz si batteva in prima persona per i diritti delle minoranze e ha ottenuto importanti risultati. Era una figura di riferimento e la sua uccisione è stata una grande sconfitta. Oggi la sua memoria è onorata anche da molti musulmani e i media pachistani non smettono di ricordare il suo sacrificio».
Prima di essere ucciso Bhatti aveva ricevuto numerose minacce, ma ha scelto di proseguire la sua lotta in difesa delle minoranze religiose e contro la legge anti-blasfemia, «uno strumento – diceva - spesso utilizzato impropriamente per risolvere questioni personali». Neppure l’assassinio di Salmaan Taseer, governatore del Punjab che assieme a lui si era battuto per la revisione della norma e la liberazione di Asia Bibi, è riuscito a fermarlo. «Se propongo anche un cambiamento minimo della legge sarò considerato blasfemo e verrò assassinato – aveva dichiarato in un’intervista a France 24 appena tre settimane prima di morire - Sono pronto a versare fino all’ultima goccia di sangue per combattere l’ingiustizia. Non ho paura, neanche dopo l’omicidio di Salmaan»...
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Dialogo con l'ex ministro per le minoranze del Pakistan, Paul Bhatti. fratello di Shahbaz che fu ucciso dagli estremisti islamici nel 2011. Oggi, Paul ha raccolto il testimone e l'impegno per la riconciliazione. Intervista tratta da "Tgr Il Settimanale - Piemonte" del 22 febbraio 2014.
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