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sabato 22 marzo 2014

«Wojtyla, uomo di Dio con il coraggio della Verità»



«Wojtyla, uomo di Dio 
con il coraggio della Verità»



Pubblichiamo un ampio estratto dell’intervista di Wlodzimierz Redzioch a Benedetto XVI contenuta nel libro «Accanto a Giovanni Paolo II. Gli amici & i collaboratori raccontano», appena pubblicato dalle edizioni Ares.

Santità, i nomi di Karol Wojtyla e Joseph Ratzinger sono legati, a vario titolo, al Concilio Vaticano II. Vi siete conosciuti già durante il Concilio? 

Il primo incontro consapevole tra me e il cardinal Wojtyla avvenne solamente nel Conclave in cui venne eletto Giovanni Paolo I. Durante il Concilio, avevamo collaborato entrambi alla «Costituzione sulla Chiesa nel mondo contemporaneo», e tuttavia in sezioni diverse, cosicché non ci eravamo incontrati. Nel settembre del 1978, in occasione della visita dei vescovi polacchi in Germania, ero in Ecuador come rappresentante personale di Giovanni Paolo I. La Chiesa di Monaco e Frisinga è legata alla Chiesa ecuadoriana da un gemellaggio realizzato dall’arcivescovo Echevarría Ruiz (Guayaquil) e dal cardinal Döpfner. E così, con mio enorme dispiacere, perdetti l’occasione di conoscere personalmente l’arcivescovo di Cracovia. Naturalmente avevo sentito parlare della sua opera di filosofo e di pastore, e da tempo desideravo conoscerlo. Wojtyla, dal canto suo, aveva letto la mia Introduzione al Cristianesimo, che aveva anche citato agli esercizi spirituali da lui predicati per Paolo VI e la Curia nella Quaresima del 1976. Perciò è come se interiormente attendessimo entrambi di incontrarci. Ho provato sin dall’inizio una grande venerazione e una cordiale simpatia per il metropolita di Cracovia. Nel pre-Conclave del 1978 egli analizzò per noi in modo stupefacente la natura del marxismo. Ma soprattutto percepii subito con forza il fascino umano che egli emanava e, da come pregava, avvertii quanto fosse profondamente unito a Dio.
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