"Concedi al tuo servo un cuore docile,
perché sappia rendere giustizia al tuo popolo e sappia distinguere il bene dal male" (1Re 3,9)
Traccia di riflessione sul Vangelo
di Santino Coppolino
La prima domenica di quaresima si apre con le tentazioni. Esse hanno luogo nel deserto ove Gesù rimane un tempo lungo: quaranta giorni e quaranta notti, tempo che richiama l'esperienza di Mosè sul Sinài e di Elia nel deserto, i due testimoni che saranno presenti alla Trasfigurazione (17,1-13). Nel battesimo Gesù ha scelto di essere Figlio, in piena solidarietà con noi suoi fratelli, e adesso si aprono a Lui due scelte, due vie per la salvezza: una, che lo porta a farsi compagno di viaggio di una umanità sofferente e assetata d'amore, condividendo "le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini"(GS 1); l'altra, quella diabolica, che lo conduce a distinguersi da essa attraverso il potere: economico, religioso, politico.
Bivio che si presenta a tutti, opposizione interna che attraversa il cuore di ogni uomo.
Le tentazioni si fanno presenti a Gesù come proposte seducenti per meglio raggiungere l'obiettivo, quello cioè di manifestare al mondo che Egli è veramente il Figlio di Dio, usando il potere "a fin di bene". Ma Gesù rifiuta questo tipo di messianismo perché sa che il potere è l'incarnazione visibile e tangibile dell'idolatria. Idolatria dei beni, con un messianismo economico che tutto traduce in beni di consumo e che trasforma le pietre in pani. Idolatria della religione, con un messianismo miracolistico, che dispone di Dio a piacimento e lo maneggia a proprio uso e consumo. Idolatria dell'impero politico, con un messianismo pronto a soggiogare il mondo intero. Queste tentazioni, o meglio, seduzioni, non rimarranno un episodio isolato della vita del Signore Gesù, egli sarà continuamente messo alla prova dagli uomini dal prendere il potere (cfr Gv 6,15) perché queste erano e sono le attese del mondo, fino alla fine, fin sotto la croce:
Le tentazioni si fanno presenti a Gesù come proposte seducenti per meglio raggiungere l'obiettivo, quello cioè di manifestare al mondo che Egli è veramente il Figlio di Dio, usando il potere "a fin di bene". Ma Gesù rifiuta questo tipo di messianismo perché sa che il potere è l'incarnazione visibile e tangibile dell'idolatria. Idolatria dei beni, con un messianismo economico che tutto traduce in beni di consumo e che trasforma le pietre in pani. Idolatria della religione, con un messianismo miracolistico, che dispone di Dio a piacimento e lo maneggia a proprio uso e consumo. Idolatria dell'impero politico, con un messianismo pronto a soggiogare il mondo intero. Queste tentazioni, o meglio, seduzioni, non rimarranno un episodio isolato della vita del Signore Gesù, egli sarà continuamente messo alla prova dagli uomini dal prendere il potere (cfr Gv 6,15) perché queste erano e sono le attese del mondo, fino alla fine, fin sotto la croce:
"Se tu sei Figlio di Dio, scendi dalla croce e crederemo in te"(Mt 27,40.42)