Il 16 marzo 2013 a Firenze si è svolta la XVIII giornata della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime delle mafie indetta da Libera e da Avviso Pubblico. Oltre 150.000 persone hanno invaso pacificamente la capitale toscana con fiori di carta colorati, bandiere, striscioni che legavano la memoria all'impegno.
Firenze: semi di giustizia, sorrisi di responsabilità
E allora dovevate esserci. Se siete tra quelli che dicono che non si sa più in che cosa credere, dovevate esserci, a Firenze. Venerdì pomeriggio nella sala dei Cinquecento di Palazzo Vecchio, tra gli affreschi di Leonardo e Michelangelo. O ieri mattina nelle vie che dalla Fortezza da Basso portano allo stadio di Campo di Marte. Dovevate guardare con occhi vergini i tremori, le emozioni, i sorrisi, gli applausi, le indignazioni, le speranze, i brani di storia italiana. La mafia, certo. Ma anche la strage del treno di Viareggio, anche la Moby Prince, e l'Aquila, e l'amianto, e la Thyssen Krupp, e perfino le pallottole vaganti che uccidono nella notte di capodanno lasciando nella disperazione una giovane mamma. Perché Libera è diventata il vero luogo del paese in cui i deboli e le vittime cercano giustizia e provano a sconfiggere le proprie solitudini.
Siamo tanti sotto questo sole di marzo che scalda gli ultimi giorni d'inverno di Firenze durante la diciottesima Giornata della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime delle mafie. Oltre 150 mila, venuti da tutta Italia, di ogni età e orientamento, in una parola "trasversali", «per unire - come dice don Luigi Ciotti - quello che le mafie e il potere vogliono dividere». Questo fiume coloratissimo di partecipazione attiva scorre vivo sotto le finestre dei fiorentini. Una breve sosta spontanea proprio davanti alla casa dove visse i suoi ultimi giorni don Lorenzo Milani. A vederci, il prete degli ultimi, sorriderebbe, anzi di certo sorride da lassù, e accarezza con uno sguardo di gentilezza e comprensione i familiari delle vittime delle mafie, alla testa dei 150 mila con il loro «dolore che si fa impegno graffiante»...
Centocinquantamila: un fiume di persone ha invaso pacificamente Firenze, raccogliendo l'invito dell'associazione Libera in memoria delle vittime di mafia. Sono arrivati da tutta Italia, con centinaia di autobus e anche con un treno speciale per dire no alla criminalita', per unirsi all'impegno dell'associazione guidata da don Luigi Ciotti che da' voce alle richieste 'troppo spesso' inascoltate dei tanti familiari delle vittime.
"Non uccidiamoli con le ricorrenze rituali, celebrative. Possiamo invece tenere in vita il loro ricordo facendo memoria delle loro storie di lotta alla mafia e facendo diventare impegno quotidiano tutti i giorni i valori da loro professati". Don Ciotti ha quindi invitato i giovani "a ribellarsi" contro la mafia che a suo parere "va chiamata e definita come una peste". "Cari giovani chiamate sempre la mafia con questo nome, quello di peste".
L'intervento di don Ciotti