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mercoledì 27 marzo 2013

"Giuda... il venir meno nella sequela" di Antonio Savone


Giuda... 
il venir meno nella sequela 

di Antonio Savone


Meditazione tenuta il 23 gennaio 2012 ai seminaristi nel Seminario di Albenga (SV) 

Introduzione 
La figura, il gesto e il dramma di Giuda hanno interessato e interrogato intere generazioni di credenti e non credenti. La sua vicenda resterà sempre un mistero impenetrabile e drammatico nello stesso tempo. 
Noi vogliamo accostare questa figura per cercare di rileggere che cosa può far sì che la nostra sequela venga meno. 
A ben guardare nel nostro cuore, dobbiamo riconoscere con umiltà, che in ognuno di noi c’è un poco Giuda: c’è il desiderio di Dio e c’è il legame con il mondo, c’è l’anelito alla bellezza e c’è un quotidiano cedimento alla mediocrità che ci infanga, c’è la percezione del profumo dell’amore e c’è l’olezzo dell’egoismo istintivo, c’è l’anelito al bene e c’è l’esperienza insistente del male. 
Potremmo sottoscrivere a buon diritto le parole di Paolo ai Romani: “Acconsento nel mio intimo alla legge di Dio, ma nelle mie membra vedo un’altra legge, che muove guerra alla legge della mia mente e mi rende schiavo della legge del peccato che è nelle mie membra. Sono uno sventurato! Chi mi libererà da questo corpo votato alla morte?” (Rm 7,22-24). 
Ma Paolo aggiunge subito: “Siano rese grazie a Dio che ci dà la vittoria per mezzo di Gesù Cristo” (Rm 7,25). 
Mai dimenticare questa confessione di fede espressa quasi con un grido! Mai lasciare spazio alla desolazione, alla rassegnazione e tantomeno alla disperazione! 
Quando Giuda si accostò al Signore per consegnarlo con un bacio ai suoi nemici, Gesù lo chiamò ancora una volta: Amico (Mt 26,50). E per gli amici Gesù era pronto a dare la propria vita, non solo quella nel tempo, ma la vita eterna (Gv 17,2). L’avrebbe data anche a Giuda se non avesse perso la fiducia in lui. 
La Chiesa sente di poter dire se questo o quello è in Paradiso, ma sente con altrettanta sicurezza che non può dire chi sia all’inferno. 
Giuda, nella sua sventurata esperienza, può esserci maestro, può insegnarci cosa evitare, su quali rischi vigilare, su quali sentieri rimanere e faticosamente perseverare...