Papa Francesco:
un segno di speranza
di
don Virginio Colmegna
Per me, l’elezione di Papa Francesco è stato un momento di grande commozione spirituale. E uso volutamente questo aggettivo perché, in questo momento storico, voglio sottolineare il cammino profondo di una Chiesa che deve annunciare il Vangelo delle Beatitudini nel quale ha le sue radici. Jorge Mario Bergoglio ha sorpreso tanti, me compreso, ma è un segno di speranza.
Con la scelta di chiamarsi Francesco, il santo che da ricco si è fatto povero, il nuovo Pontefice ha voluto indicare da subito un’attenzione alta nei confronti della povertà. Non solo. Nelle sue prime parole, ho colto riferimenti di grande valore ecumenico, che puntano direttamente a quello che, per me, è il centro del mistero della Chiesa: rendere le donne e gli uomini di questo mondo assetati di fraternità. Con il suo discorso e i suoi gesti, Papa Francesco ha mandato un messaggio di conversione e di umiltà. L’ho avvertito io personalmente e lo si è avvertito anche alla Casa della carità dove, all’annuncio della fumata bianca, in molti si sono raccolti davanti al televisore dellaComunità So-stare.
Con il primo pontefice gesuita si apre, a pochi giorni dalla Pasqua, un cammino di speranza per la Chiesa, un percorso nel segno del Concilio. Jorge Mario Bergoglio ha sottolineato molto l’importanza di essere Papa e vescovo di Roma: è un gesto significativo, che ha subito posto l’attenzione su un tema importante come quello, di forte natura conciliare, della collegialità.
Infine, lasciatemelo dire, la scelta dei 155 Cardinali riuniti in Conclave ci fa anche intravvedere l’operato di Carlo Maria Martini, una figura che ha segnato profondamente la mia esperienza di vita e mi ha nominato presidente della Casa della carità. All’interno di quel legame tra Cielo e Terra nel quale confido come credente, Martini sta continuando ad agire per il bene della Chiesa.
(fonte Repubblica SCONFINANDO di don Virginio Colmegna)