Dunque, si comincia. Un mese e un giorno dopo la rinuncia di Benedetto XVI, il momento tanto atteso è giunto. E porta con sé il consueto apparato di domande. Che conclave sarà? Breve o lungo? Dall’esito prevedibile o sorprendente? E alla fine chi sarà il prescelto? Come sempre, però, quando si guarda all’elezione di un nuovo Papa, la tentazione di inforcare gli occhiali che di solito servono a leggere altri tipi di consultazioni elettorali (quelle politiche in primis) è tanto forte quanto fuorviante.
Il Conclave, invece, è ben più che un computo di voti e completamente differenti devono essere le sue categorie interpretative...
Nel ’68 andava di moda uno slogan: «la fantasia al potere». In un certo senso è ciò che avviene dentro la Sistina. Ma lì il potere è solo quello di Dio. E la fantasia, anzi la creatività, consiste nel sapergli fare spazio. Avverrà anche in questa occasione.
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Testimoni di un Conclave «più» storico che mai, se così si può dire, dopo l’eccezionale rinuncia di Benedetto XVI. Sarà soltanto lo Spirito Santo a guidare la mano dei cardinali elettori mentre scriveranno il nome su quel foglietto che sarà poi bruciato per provocare l’attesa fumata? Rispetto al 2005, quando fu eletto il Papa tedesco, il Conclave che si apre oggi è molto più incerto...
Che cosa si aspettano i fedeli...?
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