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domenica 18 agosto 2024

"Un cuore che ascolta - lev shomea" n° 40 - 2023/2024 anno B

"Un cuore che ascolta - lev shomea"

"Concedi al tuo servo un cuore docile,
perché sappia rendere giustizia al tuo popolo
e sappia distinguere il bene dal male" (1Re 3,9)



Traccia di riflessione sul Vangelo
a cura di Santino Coppolino


XX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO B 

Vangelo:

Gv 6,51-58

Mangiare la carne e bere il sangue del Figlio dell'Uomo significa assimilarlo, aderire totalmente a Lui, divenire con Lui un tutt'uno, condividerne i sogni, il progetto di vita e amarlo fino a vivere di Lui. Carne e sangue sono i simboli dell'umanità concreta nella sua fragilità, nei suoi limiti, nelle sue debolezze: «Caro Salutis Cardo», la carne è il cardine della salvezza, scriveva Tertulliano, perché è attraverso la carne di Gesù che si è manifestata la Gloria e la Salvezza di Dio. E' nella nostra povera umanità che il Padre manifesta tutta la sua divina potestà, perché, come scrive San Paolo, «Quando sono debole, è allora che sono forte» (2Cor 12,10), perché «nessuna carne possa gloriarsi davanti a Dio» (1Cor 1,29). Gesù, perciò, ci invita a mangiare, anzi, a triturare (gr. troghéin) la sua carne, perché possa essere assimilata e così diventare carne della nostra carne, nostra vita. Nutrendoci di Lui possiamo ottenere dal Padre di condividere la sua stessa vita, di amare, cioè, così come Lui ci ama per diventare anche noi figli amati e amanti. E' il grande mistero dell'amore di Dio per l'uomo e dell'uomo per Dio: il Figlio Amato diventa vita per chi lo ama. Una relazione d'amore che va vissuta fino all'annullamento di sé, fino a scomparire, perché emerga l'Amato. E' questa l'esperienza fatta da San Paolo che gli fa esclamare: «Non sono più io che vivo, ma è Cristo che vive in me» (Gal 2,20).