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Giochi di pace
Concluse le Olimpiadi, iniziano le Paralimpiadi
Il meglio deve ancora venire
Nessuna tregua olimpica. La proposta di pace, sostenuta anche da Papa Francesco, resta inascoltata: le guerre continuano, s’intensificano sotto gli occhi del mondo o vengono “dimenticate”. Le Olimpiadi, concluse domenica sera a Parigi— appuntamento a Los Angeles nel 2028 — non hanno la pretesa di fermare i conflitti ma rilanciano una cultura di pace. Con un linguaggio popolare di fraternità a tutti comprensibile.
A dirla tutta, i Giochi olimpici di Parigi non sono finiti. C’è una pausa “tecnica” (un po’ come tra il primo e il secondo tempo di una partita di calcio) e mercoledì 28 agosto si riprende con le Paralimpiadi. Proprio quel suffisso greco — para — fa presente che “è la stessa cosa”, modulata in modo diverso. Ma non sono certo gare di serie b perché gli atleti sono “disabili”. Anzi... il meglio deve ancora venire.
In realtà, i Giochi a Parigi si concluderanno domenica 8 settembre proprio con la fine delle Paralimpiadi. Meglio ancora: si concluderanno domenica 15 settembre con la fine del periodo della tregua olimpica. Per passare il testimone all’Italia, che dal 6 al 22 febbraio 2026 ospiterà, tra Milano e Cortina, Olimpiadi e Paralimpiadi invernali. E anche questi Giochi sportivi saranno opportunità di pace, con la tenace proposta di una nuova tregua.
(fonte: L'Osservatore Romano 12/08/2024)
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“Dai nostri atleti un esempio di rispetto e fiducia”
(Foto ANSA/SIR)
“A me riempiono di gioia i successi di coppia, soprattutto quelli misti, perché sono emblematici di quel concetto del rispetto, della parità, dell’unione, degli sforzi per un obiettivo comune. Sono stati davvero bellissimi”. Claudia Giordani, vicepresidente del Coni, stamattina era a Linate ad attendere le giocatrici della nazionale di volley, fresche di oro. Con lei tanti ragazzi che praticano questo sport a livello amatoriale. Un abbraccio di sport e passione, al loro arrivo. E un mazzo di fiori per ciascuna di loro. Nell’attesa del loro arrivo, abbiamo condiviso con Giordani un bilancio dell’impegno della delegazione a Parigi: “Un esempio di rispetto e fiducia – dice, soffermandosi sulle vittorie negli sport di coppia -. Il messaggio lanciato è che insieme si può fare sicuramente più che da soli. Questo che mi piace tantissimo”.
Quale bilancio possiamo trarre da queste Olimpiadi per la delegazione azzurra?
Un grande orgoglio, un grande onore aver condiviso questa esperienza olimpica così avvincente, così entusiasmante, dove davvero la squadra italiana si è espressa con tutto il cuore, con tutta la passione dello spirito olimpico. Davvero un grande grazie a tutti e a tutte per questo risultato sicuramente importante a livello di medagliere, ma soprattutto per aver dimostrato quanto l’Italia dello sport sia protagonista a livello mondiale.
Secondo lei perché le nostre nazionali hanno veramente onorato lo spirito olimpico?
Lo sport da solo non può creare la pace, però può essere un esempio per costruire una cultura di pace, di unione, di gioia, di speranza, di coraggio. Tutti quegli elementi che sono importantissimi per le nuove generazioni. Proprio questo lo spirito olimpico cerca di trasmettere continuamente tutti i giorni. E tutti coloro che operano, lavorano, si danno da fare, sono al servizio delle famiglie, dei più piccoli, fanno quotidianamente. È a loro che va un grande merito perché questi risultati sono frutto ovviamente di un movimento ciascuno nelle proprie discipline, nel proprio settore sportivo. Sono frutto appunto di un lavoro costante, lungo, continuativo che da sempre lo sport italiano è in grado di proporre.
Di quali valori gli atleti si sono fatti portatori?
La solidarietà, l’amicizia, l’unione, il rispetto. Sono quei valori che la nostra squadra da sempre riesce ad interpretare al meglio. Sì, gli episodi sono importanti, sono dei messaggi forti, però al di là di questo c’è proprio una mentalità, una gioia di seguire le proprie passioni, la gioia di stare insieme. Il medagliere racconta una storia di grandi successi, ma nello stesso tempo tutta la rappresentativa italiana, tutti i 400 ragazzi e ragazze, che sono riusciti a qualificarsi per questi giochi, sono tutti quanti uno per uno, una per una, da ringraziare per quello che hanno fatto e per quello che continueranno sicuramente a fare assieme alle loro società di appartenenza, assieme a tutto il movimento sportivo italiano.
Dalle Olimpiadi è partito questo grande appello alla pace…
Le preoccupazioni all’inizio di questa edizione c’erano. Tante preoccupazioni di tipo anche organizzativo, sicuramente la sicurezza e quant’altro. Però bisogna dire che tutto il mondo si è immerso nello spirito olimpico. Purtroppo la tregua non è stata rispettata, però lo sport ha dato l’esempio: ha fatto vedere immagini e ha raccontato storie emblematiche. Ha fatto vedere che il percorso è possibile e ha reso tutti un pochino più consapevoli su quello che potrebbe essere un mondo migliore.
Tornando invece allo sport, il successo più bello italiano?
Sono tutti straordinari davvero, successi e non successi. Tutti si sono espressi al loro massimo, purtroppo alcune alcuni e alcune non sono riusciti ad arrivare al momento più importante, nella forma migliore. Molti hanno avuto anche difficoltà, altri invece sono stati successi inaspettati, quindi l’Italia ha dimostrato di essere una protagonista a livello multidisciplinare.
Sono 20 gli sport in cui l’Italia ha primeggiato e soprattutto non posso non sottolineare il grande contributo delle atlete, delle donne che hanno dimostrato ancora una volta – se ce n’era bisogno – di essere all’altezza di questo grande appuntamento e hanno contribuito in maniera determinante a questa avventura così speciale.
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Giochi di Parigi, il risultato è l'impegno
«Fa quel che può. Quel che non può non fa»: con sprezzo del pericolo il maestro Alberto Manzi – prima di diventare popolare conduttore di Non è mai troppo tardi trasmissione che nell’era pionieristica della Rai affrancò dall’analfabetismo più di un milione di italiani – ebbe la bizzarra idea di attribuire a tutti i suoi scolaretti questo stesso giudizio. La motivazione che diede, cosicché se la cavò solo con una sospensione, è che i ragazzi crescono, possono migliorare e un giudizio negativo potrebbe mal disporre l’insegnante dell’anno successivo. Una provocatoria genialità, che anticipava un po’ lo spirito del priore di Barbiana, don Lorenzo Milani: compito della scuola – come dello sport – non è solo produrre eccellenze, ma anche aiutare tutti gli altri a dare il massimo, vincendo ognuno la piccola/grande competizione con se stessi, con i propri limiti, per fare meglio, semmai, l’anno successivo.
Una lezione che vale anche per le Olimpiadi appena concluse. Quaranta italiani sul podio a Parigi, non male. Ma al Quirinale ci andranno per la prima volta anche le “medaglie di legno”, i quarti classificati, i diversamente vincitori, i primi fra quelli che non ce l’hanno fatta, in qualche modo tutti da loro rappresentati. Sono stati 25, stavolta, mai così tanti, ma a squarciare il velo del silenzio che circonda, in genere, chi non ce la fa, è il rumore suscitato dall’affermazione a caldo della nuotatrice diciannovenne Benedetta Pilato che ha mancato il podio nei 100 rana per un solo centesimo e ha avuto l’“ardire” di affermare ai microfoni Rai, a caldo, fra le lacrime, che era il« giorno più bello» della sua vita. ...
Inutile in questi casi tirare in ballo il barone de Coubertin, che pure era un attrezzato pedagogista ma nella vulgata corrente passa ormai, con il suo celebre motto, come il consolatore dei perdenti. ...
L’ottantatreenne capo dello Stato che alla cerimonia inaugurale, a Parigi, non ha battuto ciglio per l’acquazzone che l’ha colto di sorpresa e sarà di nuovo presente, mercoledì 28 ai Champs-Elisées per la cerimonia inaugurale delle Paralimpiadi, con i quarti e le quarte invitate alla festa sul Colle lancia allora un messaggio chiaro: lo sport, e non solo lo sport, è di tutti e per tutti. E chi non vince, nello sport come nella vita, se mantiene le motivazioni, può riprovarci. Anche perché: che cosa sappiamo noi delle sofferenze da cui viene una diciannovenne che è riuscita a rialzarsi, arrivando a un solo centesimo dal podio?
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Parigi 2024 in 100 scatti da ricordare
La nostra selezione: le medaglie azzurre, ma non solo. Quello che di Parigi 2024 ci resterà, attraverso le immagini ci sembra rappresentino quanto abbiamo vissuto, nel bene e nel male, in 17 giorni di Giochi olimpici, in ordine non necessariamente cronologico (Foto Reuters e Ansa)
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Vedi anche tutti i nostri post precedenti sulle Olimpiadi 2024:
- L’appello del Pontefice a sette giorni dall’inizio dei Giochi di Parigi: Nel rispetto della tregua olimpica una speranza per la pace
- Il rifugiato e la star in fila a mensa
- Il nostro sogno olimpico
- Nessuna tregua (olimpica)
- Olimpiadi 2024. Le lacrime di Benedetta e le reazioni dei veri campioni.
- Olimpiadi 2024 - Vito Mancuso: È sbagliato irridere la religiosità, i giochi antichi erano un evento sacro - Vignette GIOBA
- Olimpiadi 2024 - Il coraggio di Kimia La velocista che chiede il diritto all’istruzione per le donne in Afghanistan
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