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venerdì 30 agosto 2024

Giubileo “centrifugo”: l’ascolto di Francesco

Giubileo “centrifugo”: l’ascolto di Francesco

Quello di Francesco è un magistero sociale nei gesti prima che nei documenti e già la scelta del suo nome ne aveva delineato il programma



Francesco era un ascoltatore.
Ascoltò la voce di Dio.
Ascoltò la voce dei poveri.
Ascoltò la voce degli ammalati e quella della natura.

Con queste parole, riferite al poverello di Assisi e pronunciate da papa Francesco in una sequenza del documentario “The letterfilm.org”, vorrei aprire questa riflessione sul contributo – che è sotto gli occhi di tutti noi – offerto dal Vescovo di Roma venuto dall’altra parte del mondo ad un Giubileo che sia davvero “centrifugo”.

Rivedere questa sequenza mi ha portato alla mente le parole di Giovanni che sono un invito alla comunità dei credenti: “Chi ha orecchi ascolti ciò che lo Spirito dice alle chiese” (Ap 2-3). Non solo il credente, come Francesco, deve mettersi in ascolto della voce di Dio. La stessa Chiesa cattolica, con la Costituzione Conciliare Gaudium et Spes si è voluta mettere in ascolto del mondo, degli uomini e delle donne che sono i destinatari dell’amore di Dio annunciato da Gesù di Nazareth ma che devono essere ascoltati e accolti prima di qualsiasi proposta cristiana.

Ritengo che quello del Vescovo di Roma venuto dall’Argentina sia un Magistero profondamente caratterizzato dalla dimensione sociale, nei gesti prima ancora che nei Documenti. Come non dimenticare il suo primo viaggio apostolico fuori del Vaticano a Lampedusa? L’attenzione agli ultimi e il desiderio di indirizzare tutti noi a questo focus, inizia da qui. E poi, in oltre dieci anni di Ministero, tanti altri momenti ed eventi segnati da queste coordinate:
  • L’istituzione della “Giornata Mondiale dei poveri” che precede quella di Cristo Re;
  • Il pellegrinaggio ai luoghi di vita dei testimoni del XX secolo quali don Lorenzo Milani, don Primo Mazzolari e don Tonino Bello;
  • La scelta di celebrare il gesto della lavanda dei piedi del Giovedì Santo nelle carceri;
  • L’incontro con i movimenti popolari e il loro programma-solgan fondamentale dei diritti da realizzare: “terra, casa, lavoro”;
  • La proposta di vie nuove per un’economia più attenta allo sviluppo integrale dell’uomo, sfociata nei percorsi di The Economy of Francesco;
  • I suoi gesti e le sue scelte più personali, come quelle di vivere a Santa Marta e non nel Palazzo Apostolico, di rinunciare alle ferie a Castel Gandolfo, di rinunciare al suo stipendio, di farsi vicino a varie persone attraverso delle telefonate, di fare il “Vescovo di Roma” con la visita alle parrocchie della Diocesi;
  • Le sue “parole d’ordine”: “Chiesa in uscita”, “Chiesa ospedale da campo” “globalizzazione dell’indifferenza”;
  • L’istituzione di un altro Giubileo, quello della Misericordia, celebrato il 2015, e iniziato con il segno di decentrare il focus da Roma al mondo, con l’apertura della porta Santa a Bangui, capitale della Repubblica Centrafricana;
  • Il suo utilizzo dei media, particolarmente sentito durante le celebrazioni a Santa Marta durante la chiusura del lockdown durante la pandemia di Covid-19;
  • La sua scelta interessante di rivolgersi ai bambini per dare un segno agli adulti, così come il suo predecessore Giovanni Paolo II fece, “inventando”, a suo tempo, le “Giornate Mondiali della Gioventù”;
  • Il suo percorso di dialogo ecumenico con le Chiese Riformate ed Ortodosse e l’istituzione dell’”Alto Comitato per la Fratellanza umana” per un dialogo che abbracci gli uomini delle Religioni e non.
Sono evidenti dunque le linee di sviluppo che portano il Magistero di Francesco a porsi in continuità con le indicazioni del Concilio Vaticano II e quelle del Magistero Sociale della Chiesa prodotte dai documenti sociali dei suoi predecessori.

Purtroppo le sue denunce verso i molteplici mali prodotti dall’uomo – commercio delle armi, speculazione finanziaria, violazione dei diritti umani fondamentali – accompagnate ai suoi continui appelli perché taccia la via delle armi e si cerchino soluzioni di pace (in Ucraina, Israele e Palestina, Myanmar, Yemen, Sudan, ecc.) sono apprezzate, ma di fatto inascoltate (vedi qui).

Sicuramente il documento sociale di più grande significato è la Laudato Sii, la prima enciclica sui temi dell’ecologia, che rileva in maniera chiara come siamo ad un “punto di non ritorno”, chiamati a compiere scelte indifferibili come comunità nazionali ed internazionali per la salvaguardia della “Casa comune”.

L’invito ai protagonisti del cambiamento presenti nel documentario “The letter.org” è una chiara indicazione. Occorre una collaborazione ed una connessione tra i movimenti popolari, tra i movimenti dei giovani, tra gli scienziati e tra i poveri del mondo, con i cui occhi è possibile leggere le realtà e lavorare ai necessari cambiamenti. Con la speranza, nel cui orizzonte teologale Francesco ci invita a vivere il prossimo Giubileo, che siano realizzati attraverso la nostra propensione a vivere le dinamiche di un Giubileo veramente “centrifugo” .
(fonte: Vino Nuovo, articolo di Alessandro Manfridi 29/08/2024)