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martedì 16 luglio 2019

YEMEN, BLOCCO ARMI ITALIANE, PAX CHRISTI E SAVE THE CHILDREN: «SIA STOP CONCRETO E DEFINITIVO»


YEMEN, BLOCCO ARMI ITALIANE, 
PAX CHRISTI E SAVE THE CHILDREN:
«SIA STOP CONCRETO E DEFINITIVO»

Il vicepremier Di Maio ha annunciato che il Consiglio dei ministri ha concluso l’iter grazie al quale l’Autorità nazionale per le autorizzazioni dei materiali di armamento potrà bloccare le esportazioni di bombe e missili italiani verso l’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti, fermando non solo i nuovi contratti ma anche le forniture già autorizzate. Le valutazioni di don Renato Sacco, coordinatore nazionale di Pax Christi Italia, e di Filippo Ungaro, portavoce di Save the Children

In questa foto Ansa, un fermo immagine del video pubblicato on line tempo fa dal New York Times a corredo di un reportage sulla vendita all'Arabia Saudita di armi prodotte in uno stabilimento della Sardegna. Armi che, riporta il giornale mostrando alcune immagini, verrebbero usate anche contro civili inermi nello Yemen.


Siamo agli annunci. Per quanto graditi. E attesi da tempo. «Oggi voglio darvi una bella notizia», ha detto il vicepremier Luigi Di Maio in un video postato su Facebook giovedì 11 luglio. «Oggi, nel Consiglio dei ministri s'è concluso l'iter che d'ora in poi dirà all'Autorità nazionale che si occupa dell'export di armamenti in giro per il mondo di bloccare qualsiasi contratto in essere o nuovo contratto che vede l'esportazione di bombe d'aria o missili o strutture di armamento che possano andare verso Paesi come l'Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti per il conflitto nello Yemen. Sono misure importanti perché qui tutti parlano di immigrazione, dell'ultimo miglio dell'immigrazione, ma nessuno parla delle cause e le cause sono che molti dei conflitti nel mondo hanno provocato terrorismo e immigrazione. Se noi cominciamo a smetterla con l'esportazione di bombe utilizzate per destabilizzare alcune aree del mondo noi riusciremo un po' alla volta anche a frenare le cause che provocano l'immigrazione. Una immigrazione che noi ci ritroviamo sulle coste italiane ma che dovrebbne essere un problema europeo. E tutta Europa dovrebbe dire alle rispettive autorità nazionali che non si esportano più bombe e missili verso quei Paesi che portano avanti conflitti in cui si violano diritti umani».

Don Renato Sacco.
Foto tratta dal suo profilo Facebook.
«Dinanzi a simili decisioni, si deve sperare che si passi dalle parole e dalla carta ai fatti concreti». Così don Renato Sacco, coordinatore nazionale di Pax Christi Italia, intervistato da Radio Vaticana commenta l’annuncio di Luigi Di Maio. «Speriamo che queste scelte possano coinvolgere tutti i sistemi d'arma. Il punto di partenza è lo Yemen, dove muoiono migliaia di persone, ma purtroppo non c'è solo lo Yemen. Questa è l'occasione per sollevare il tappeto e vedere tutto il marcio che c'è sotto. Bisogna applicare la legge 185, quella che abbiamo noi in Italia. Ma bisogna anche fare pressione sull'Unione europea affinché si arrivi a bloccare le vendite di tutti i sistemi d'armi a tutti i Paesi coinvolti in qualche guerra».

Don Renato Sacco ha fatto riferimento esplicito agli interventi di papa Francesco. E il sito Vatican News ne ha ricordati alcuni. A partire dalla ferma condanna della fabbricazione e della vendita di armi. «Sulla coscienza di un popolo che fabbrica le armi e le vende c’è la morte di ogni bambino, di ogni persona, c’è la distruzione delle famiglie», ha detto ad esempio Jorge Mario Bergoglio lo scorso 6 aprile, ricevendo in udienza il Collegio San Carlo. E un anno fa, nell'aprile 2018, in un tweet il Santo Padre è stato esplicito: «Vogliamo veramente la pace? Allora bandiamo le armi per non dover vivere nella paura della guerra». Tra i tanti appelli di Francesco per la crisi umanitaria nello Yemen, va ricordato quello del febbraio 2019, dopo l’Angelus domenicale. «La popolazione – ha detto Bergoglio - è stremata dal lungo conflitto e molti bambini soffrono la fame: il loro grido e quello dei loro genitori sale al cospetto di Dio». Il Papa chiamò in causa «le parti interessate e la comunità internazionale per il bene della popolazione». E concluse: «Pregate per lo Yemen».

Filippo Ungaro. Foto tratta da Twitter.
«Apprendiamo con soddisfazione, dalle dichiarazioni del vicepremier Di Maio, che il Consiglio dei ministri avrebbe concluso l’iter grazie al quale l’Autorità nazionale per le autorizzazioni dei materiali di armamento potrà bloccare le esportazioni di armi italiane verso l’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti, fermando non solo i nuovi contratti ma anche le forniture già autorizzate», ha detto dal canto suo Filippo Ungaro, portavoce di Save the Children, l’Organizzazione internazionale che da 100 anni lotta per salvare i bambini a rischio. in una serie di dichiarazioni riportate dall'agenzia di stampa Sir. «Attendiamo gli atti ufficiali che attestino tale decisione e, soprattutto, l’effettivo stop all’esportazione delle armi», ha aggiunto Ungaro, per il quale “se confermato, si tratterebbe di un significativo risultato per il quale ci siamo molto impegnati insieme a un’ampia rete di organizzazioni della società civile. Il conflitto in Yemen continua ad avere conseguenze inimmaginabili sui bambini, che non possiamo più tollerare e di cui il nostro Paese non può e non deve più farsi complice».

Dall’inizio dell’escalation del conflitto, evidenzia l’Ong, si sono registrati in Yemen oltre 19mila raid aerei che hanno costretto più di 1,5 milioni di bambini a fuggire dalle loro case. In base ai casi verificati dalle Nazioni Unite, più di 7.500 bambini sono stati uccisi o feriti, quasi la metà in seguito ai bombardamenti aerei condotti per la grande maggioranza dalla Coalizione militare a guida saudita. La petizione “Stop alla guerra sui bambini” lanciata da Save the Children per chiedere l'interruzione immediata alle esportazioni di armamenti italiani in Yemen ha già superato le 110.000 firme. «È molto importante che la decisione annunciata dal vice premier – sottolinea Ungaro – venga estesa a tutte le tipologie di armi, non soltanto ai missili e alle bombe d’aereo come previsto dalla mozione approvata dalla Camera il 26 giugno scorso. Chiediamo inoltre che il blocco delle esportazioni comprenda tutti gli attori, statali e non, coinvolti nel conflitto e non solo Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti. Auspichiamo, infine, che l’Italia, già dal prossimo Consiglio europeo del 15 luglio, si faccia promotrice di un’iniziativa per un embargo Ue sugli armamenti diretti verso il conflitto in Yemen e chiediamo alle istituzioni del nostro Paese di intraprendere azioni concrete a livello globale per sostenere gli interventi umanitari in favore dei bambini e della popolazione dello Yemen».