“Le risorse del Cristianesimo
Ma senza passare per la via della fede”
di François Jullien
Recensione di Aldo Pintor
Purtroppo ormai stiamo assistendo da tempo all'uso e all'ostentazione dei simboli del cristianesimo da parte di politici che li usano strumentalmente per biechi scopi elettorali. E chi sventola rosari e giura sul Vangelo purtroppo vuole far passare un messaggio che è l'esatta antitesi della Buona Notizia. Tali esibizioni di simboli cristiani che non esito a definire blasfeme ha suscitato reazioni di sdegno in tanti tra cui il sottoscritto, ma purtroppo bisogna dire che trovano anche il plauso di altri. Questo fatto ci porta a riflettere in modo urgente su quanto il Cristianesimo abbia inciso e tutt'ora incida nella cultura dell'occidente contemporaneo. Purtroppo è sempre stato presente il rischio che il Vangelo (dal greco Eu anghello buon annuncio quindi un vero annuncio evangelico consiste sempre nell'annuncio di qualcosa di bello) venga trasformato in religione civile ossia in un codice astratto di norme e valori che dia una ideologia a una società decadente che li ha persi da tempo. Infatti, a mio parere l'uso politico e strumentale del cristianesimo e dei suoi simboli ha come conseguenza la morte del cristianesimo stesso come esperienza di fede.
Su tutti questi temi consiglio la lettura del libro del filosofo francese François Jullien “Le risorse del Cristianesimo - Ma senza passare per la via della fede” (trad. Margherita Marzillo e Vincenzo Ostuni, Ponte delle Grazie, pp. 120, € 14,00). L'autore è uno dei maggior sinologi (ossia esperto di cultura cinese) contemporanei e si dichiara ateo. Nonostante lui non possegga alcuna fede lo stesso si interroga sull'influenza che il messaggio cristiano ha nel contesto odierno del vecchio Continente che almeno all'apparenza appare del tutto non religioso. Infatti in Europa la frequenza dei cristiani ai riti religiosi è oramai assolutamente minoritaria e in alcuni paesi addirittura è quasi scomparsa.
Eppure l'autore parla di risorse del cristianesimo evitando accuratamente parole come valori e ricchezze che sono termini oltre che abusati indicanti un qualcosa da sfruttare e non da mettere in comune. François Jullien evita altresì di parlare di radici cristiane in quanto questa scelta terminologica si riferirebbe principalmente al passato. Le radici sono importanti ma sono solo un punto di partenza. Mentre le risorse sono un qualcosa che c'è ed è a disposizione di tutti e vengono usate per programmare il futuro.
Questo libro nasce da un ciclo di conferenze e ha come punto di partenza l'analisi del Vangelo di Giovanni. Dal quarto Vangelo Jullien cerca di estrarre quelle parti che ritiene indispensabili per vivere bene i giorni nostri. L'autore prende in considerazione soprattutto l'aspirazione cristiana all'universalità. Infatti secondo il nostro filosofo ed esperto di cultura cinese le risorse del cristianesimo hanno le caratteristiche di essere fruibili a prescindere che si accolga o meno il suo patrimonio di fede e teologico.
Nonostante l'autore sia un filosofo ha il raro pregio di usare un linguaggio assolutamente alla portata di tutti. Anche quando il discorso si fa un po' difficile trova sempre un esempio pertinente per rendere più comprensibile anche i discorsi teologici e filosofici complicati. Con il suo stile fluente leggendo questo libro vediamo come partendo dal racconto della morte e resurrezione di Gesù di Nazareth si arriva sempre all'origine della presenza del cristianesimo nella storia. Pur non credendo nella resurrezione di Gesù François Jullien ci mostra come dalla morte del Maestro di Nazareth si siano sprigionate le sue energie vitali e queste gli hanno consentito di essere amato in modo tale da lasciare delle tracce perenni nei secoli e nelle culture con cui è entrato in contatto.
Come si noterà leggendo questo libro con una mente lucida l'esperienza di fede narrata da Gesù di Nazareth è troppo profonda per essere squallidamente usata in campagna elettorale per escludere altri nostri fratelli in umanità dietro lo slogan anacronistico e ottuso del “prima noi”.
Su tutti questi temi consiglio la lettura del libro del filosofo francese François Jullien “Le risorse del Cristianesimo - Ma senza passare per la via della fede” (trad. Margherita Marzillo e Vincenzo Ostuni, Ponte delle Grazie, pp. 120, € 14,00). L'autore è uno dei maggior sinologi (ossia esperto di cultura cinese) contemporanei e si dichiara ateo. Nonostante lui non possegga alcuna fede lo stesso si interroga sull'influenza che il messaggio cristiano ha nel contesto odierno del vecchio Continente che almeno all'apparenza appare del tutto non religioso. Infatti in Europa la frequenza dei cristiani ai riti religiosi è oramai assolutamente minoritaria e in alcuni paesi addirittura è quasi scomparsa.
Eppure l'autore parla di risorse del cristianesimo evitando accuratamente parole come valori e ricchezze che sono termini oltre che abusati indicanti un qualcosa da sfruttare e non da mettere in comune. François Jullien evita altresì di parlare di radici cristiane in quanto questa scelta terminologica si riferirebbe principalmente al passato. Le radici sono importanti ma sono solo un punto di partenza. Mentre le risorse sono un qualcosa che c'è ed è a disposizione di tutti e vengono usate per programmare il futuro.
Questo libro nasce da un ciclo di conferenze e ha come punto di partenza l'analisi del Vangelo di Giovanni. Dal quarto Vangelo Jullien cerca di estrarre quelle parti che ritiene indispensabili per vivere bene i giorni nostri. L'autore prende in considerazione soprattutto l'aspirazione cristiana all'universalità. Infatti secondo il nostro filosofo ed esperto di cultura cinese le risorse del cristianesimo hanno le caratteristiche di essere fruibili a prescindere che si accolga o meno il suo patrimonio di fede e teologico.
Nonostante l'autore sia un filosofo ha il raro pregio di usare un linguaggio assolutamente alla portata di tutti. Anche quando il discorso si fa un po' difficile trova sempre un esempio pertinente per rendere più comprensibile anche i discorsi teologici e filosofici complicati. Con il suo stile fluente leggendo questo libro vediamo come partendo dal racconto della morte e resurrezione di Gesù di Nazareth si arriva sempre all'origine della presenza del cristianesimo nella storia. Pur non credendo nella resurrezione di Gesù François Jullien ci mostra come dalla morte del Maestro di Nazareth si siano sprigionate le sue energie vitali e queste gli hanno consentito di essere amato in modo tale da lasciare delle tracce perenni nei secoli e nelle culture con cui è entrato in contatto.
Come si noterà leggendo questo libro con una mente lucida l'esperienza di fede narrata da Gesù di Nazareth è troppo profonda per essere squallidamente usata in campagna elettorale per escludere altri nostri fratelli in umanità dietro lo slogan anacronistico e ottuso del “prima noi”.
Guarda la scheda del libro “Le risorse del Cristianesimo - Ma senza passare per la via della fede”