Esperienza mistica e storia
di p. Alberto Neglia, carmelitano
Il mistico vede profeticamente l’unità della storia, discerne il kairòs di Dio, annuncia il perdono di Dio e contempla tutto il creato, tutte le creature nell’abbraccio amoroso di Dio. Provocato dalla presenza di Dio che lo coinvolge in una avventura di amore, il mistico diventa, a sua volta, provocazione profetica nella storia.
nell'ambito dei
Mercoledì dell Spiritualità 2017
DON LORENZO MILANI
CAPACITÀ DI PAROLA
COME CAMMINO DI UMANIZZAZIONE
promossi dalla
Fraternità Carmelitana
di Barcellona Pozzo di Gotto (ME)
Non è facile definire cosa sia la mistica, nell’immaginario comune, mistico è uno che chiude gli occhi, prega e se ne sta raccolto con il suo Dio. Ma, contrariamente a questo sentire, il mistico, nella tradizione giudaico-cristiana, è uno che ha gli occhi ben aperti sulla vita, sulla storia. Egli, abitato, posseduto da Dio, da lui, si lascia aprire gli occhi e si appassiona alla vita con lo stesso pathos di Dio
Il termine “mistico”, in verità, non si trova mai nella Bibbia, vi si trova però la realtà. Nell’A.T. è continuo e forte il senso dell’infinita trascendenza di Dio e nello stesso tempo della sua presenza nella storia del popolo. A partire da Gen 3,8, la vista di Dio è insopportabile per la pupilla dell’uomo (cf. anche Es 3,5.6). Però Abramo, Elia, Mosè e i grandi profeti hanno accesso all’intimità personale con Dio.
Nel dato biblico, quindi, pur non trovando la parola “mistica”, abbiamo la chiara affermazione di rapporti di amore tra Dio e il suo popolo e di intensa partecipazione dell’uomo alla vita di Dio.
...La mistica non è un lusso
Questo incontro non è riservato ad alcuni credenti solamente, ma ad esso tutti sono invitati, per cui va respinta la distinzione che divide la via ascetica, come via normale di tutti i cristiani, dalla via mistica, come speciale appannaggio di alcuni privilegiati eletti, a cui gli altri potrebbero rinunciare in spirito di umiltà.
Se la mistica è evento di incontro, di relazione, questo incontro rappresenta un momento interno di ogni viva fede in Dio: è lo sviluppo di ciò che accade nel fiducioso sì della fede.
Se la mistica è evento di relazione, l’incontro personale è sempre tanto un dono quanto la realizzazione della propria libertà. Gli amanti sperimentano il loro amore tanto come dono quanto come un atto compiuto liberamente dal proprio centro.
Lo stesso accade fra Dio e l’uomo nell’esperienza mistica: l’operare divino non fa cessare l’agire umano, ma chiama l’uomo nella sua libertà. Dio, è chiaro, non è un qualcuno qualunque che incontra l’uomo, ma il Padre misericordioso che abbraccia ogni cosa, che ha in mano tutto quello che succede, senza, tuttavia, che ciò intacchi la libertà umana: questo paradosso (onnipotenza - libertà) è il paradosso di Dio e dell’ uomo, che giunge al culmine nella mistica.
Anche quando Dio assale letteralmente l’uomo, senza preparazione, quando lo visita, ciò non contraddice la libertà del mistico, ma lo pone dentro di essa.
Il mistico è uno che si lascia illuminare dal volto di Dio, allora, viene come ridisegnato sulla misura e sulle qualità dello Spirito del Signore Gesù e viene educato ad uscire da sé per andare verso l'altro, verso i lontani, verso quelli che nessuno ama. Egli diventa epifania del patire di Dio assieme ai suoi figli.
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