“È un Natale speciale quello che ci apprestiamo a vivere. Abbiamo accolto con immensa gioia il grande dono della notizia di canonizzazione di Madre Teresa di Calcutta. Siamo profondamente grati a Dio e al Santo Padre Francesco. Nella comunità cattolica a Calcutta c'è oggi una atmosfera di grande entusiasmo”: con queste parole l'arcivescovo di Calcutta monsignor Thomas D'Souza, commenta all'Agenzia Fides la notizia che la Santa Sede ha riconosciuto il miracolo attribuito a Madre Teresa di Calcutta e ha disposto di promulgare il decreto di canonizzazione.
“Abbiamo atteso questo evento per molti anni. Sentiamo Madre Teresa come una santa nostra. Madre Teresa santa è un dono per Calcutta, per la Chiesa e per tutta l'India” prosegue, affermando: “Non poteva esserci un momento migliore che questo Anno della misericordia: Madre Teresa è stata la santa della misericordia e della compassione che ha vissuto pienamente in ogni attimo della sua vita. Ha vissuto la compassione verso ogni uomo, soprattutto verso il malato, il lebbroso, l’abbandonato. Oggi ci insegna a mettere la misericordia al centro dell'agire della Chiesa. Ci sentiamo fortemente ispirati da lei e la sua figura ci accompagnerà per tutto il Giubileo”.
Mons. D'Souza crede che Madre Teresa, santa apprezzata e amata anche dagli indù e da fedeli di altre religioni, possa essere “figura che unisce, che aiuta il dialogo in India, in quanto la sua opera ha beneficiato fedeli di tutte le religioni e tutti gli uomini, senza alcuna discriminazione”
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... La guarigione straordinaria, avvenuta il 9 dicembre del 2008, riguarda un uomo, oggi quarantaduenne, ridotto in fin di vita da «ascessi multipli cerebrali con idrocefalo ostruttivo» e già «sottoposto a trapianto renale e in terapia con immunosoppressori», come recita la diagnosi. Un caso clinico estremamente critico con una prognosi decisamente infausta quoad vitam, che a fronte di una terapia inefficace e senza intervento chirurgico si risolve repentinamente in modo completo e duraturo. All’esame collegiale della Consulta medica, il 10 settembre scorso, la risoluzione della malattia era stata dichiarata all’unanimità scientificamente inspiegabile con sette voti positivi su sette.
Unanime anche il successivo voto dei consultori teologi che, secondo la prassi, sono chiamati a esprimere e a redigere il proprio voto sulla perfetta connessione di causa ed effetto tra l’invocazione univoca alla beata Madre Teresa e l’improvvisa guarigione.
«Dite a Madre Teresa che lo curi». All’epoca dei fatti il sanato, ingegnere di professione, aveva 35 anni e si era da poco sposato. Aveva cominciato il suo calvario nei primi mesi del 2008. Alla fine dell’anno gli vennero diagnosticati otto ascessi al cervello. Le cure ospedaliere non sortirono alcun effetto e il quadro clinico precipitò ulteriormente a causa dell’insorgere dell’idrocefalìa. L’intervento avrebbe dovuto scongiurare la morte imminente. Il 9 dicembre, già in coma, il paziente entrò in sala operatoria. A causa di problemi tecnici l’intervento venne tuttavia rinviato. Fatto ritorno in sala operatoria, dopo solo una mezz’ora di assenza, il chirurgo trovò sorprendentemente il paziente seduto, sveglio, asintomatico, che, ritornato perfettamente cosciente, gli chiese: «Cosa ci sto a fare qui?». «Non ho mai visto un caso come questo – riferisce il medico nella sua deposizione –, inoltre casi simili a questo in 17 anni di professione sono tutti deceduti. Non posso dare una spiegazione scientifico-medica». I successivi esami hanno confermato il ristabilimento definitivo della patologia cerebrale e in breve tempo, senza alcuna sequela, il sanato ha potuto riprendere il suo lavoro e la sue normali attività.
Le prove testamentali riferiscono che furono rivolte molte preghiere a Madre Teresa, specialmente durante la gravissima crisi del 9 dicembre. La sposa del giovane professionista, considerata la gravità della situazione, aveva chiesto ai suoi conoscenti di pregare la beata alla quale era devota: «Dite a Madre Teresa che lo curi». Proprio in quella mezz’ora di attesa dell’intervento si trovava con un sacerdote e altri familiari a pregare Madre Teresa nella cappella dell’ospedale.
Chiamata, e subito intervenuta. Ci sono miracoli e miracoli. Non sono certo tutti uguali. E questo, indubbiamente eclatante, appartiene al primo grado, quoad substantiam, secondo la definizione e la classificazione dei miracoli stabilita da San Tommaso. Il che significa che una simile guarigione supera le capacità della natura quanto alla sostanza, cioè è impossibile, non potrebbe mai verificarsi. Il primo grado dei miracoli è quello cui appartiene la risurrezione dai morti o la restitutio ad integrum, dove non solo si riscontra la completa guarigione ma anche la restituzione integrale degli organi distrutti dalla malattia. Non sono molti i casi riconosciuti di miracolo che appartengono al primo grado. La maggior parte dei fatti presentati ed esaminati dalla Congregazione dei Santi appartengono al terzo grado, quoad modum, quando cioè la guarigione di una malattia, che la medicina avrebbe potuto conseguire solo dopo un lungo periodo, avviene istantaneamente....
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