La celebrazione ha preso il via alle 10 in punto con il momento delle tre petizioni in latino con cui il prefetto della Congregazione per le Cause dei Santi, il cardinale Angelo Amato, ha “chiesto” al Papa la canonizzazione dei due Pontefici. Francesco ha risposto leggendo, in latino, la solenne formula con cui ha elevato agli onori degli altari i due Papi.
"Ad onore della Santissima Trinità - recitava la formula pronunciata dal Pontefice alle 10.15 - per l'esaltazione della fede cattolica e l'incremento della vita cristiana, con l'autorità di nostro Signore Gesù Cristo, dei Santi Apostoli Pietro e Paolo e Nostra, dopo aver lungamente riflettuto, invocato più volte l'aiuto divino e ascoltato il parere di molti Nostri Fratelli nell'Episcopato, dichiariamo e definiamo Santi i Beati Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II e li iscriviamo nell'Albo dei Santi e stabiliamo che in tutta la Chiesa essi siano devotamente onorati tra i Santi. Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo".
L’emozione, fino a quel momento trattenuta in un silenzio reverente, teso e commosso, è sfociata in un applauso gioioso che ha coinvolto l'intera piazza San Pietro e probabilmente tutto il mondo che sta seguendo la cerimonia attraverso i media.
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Ancora più emozionante poi la processione delle reliquie dei due nuovi Santi fino al palchetto al fianco dell’altare. Floribeth Mora Diaz trasportava in lacrime quella contenente il sangue di Wojtyla, sostenuta dal braccio dal marito Edwin; il sindaco di Bergamo, i nipoti, don Ezio Bolis, presidente della Fondazione Giovanni XXIII, il reliquiario di Roncalli contenente un frammento della pelle del Papa buono raccolto in occasione della riesumazione della salma per la beatificazione nel 2000.
La celebrazione è ripresa dal Canto del Gloria. Come in tutte le grandi feste, il Vangelo è stato proclamato in greco e latino.
Floribeth Mora Diaz e suor Marie Simon Pierre Normand
le donne miracolate da Giovanni Paolo II
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