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Ed era notte
Martedì santo
di don Antonio Savone
Is 49,1-6
Sal 70
Gv 13,21-33.36-38
Siamo nel cuore della cena e in una scena che prospetta l’esatto contrario di quanto è appena accaduto: all’amore e al servizio del maestro si oppongono la menzogna e l’infedeltà dei discepoli, molto ben significata da quell’ "Era notte".
Come accostare questa pagina? Anzitutto convincendoci di un fatto: che tutti noi siamo sempre capaci di tradire l’amicizia con Gesù. Eppure l’Agnello del nostro riscatto è venuto ad assumere su di sé anche questo tradimento. Anche il nostro tradimento può essere vinto da un progetto di Dio più grande del nostro peccato.
È colui per il quale intingerò il boccone e glielo darò: intingere il boccone è, nella Bibbia, un segno di alleanza, di ospitalità. È un gesto che dice la volontà di comunione che anima il maestro persino di fronte a chi lo tradirà. Giuda, in fondo, è un uomo lasciato solo. Anche Giuda si pentì come Pietro: Ho peccato perché ho tradito sangue innocente(cfr. Mt 27). E aveva riportato persino la sua piccola fortuna: le trenta monete. E che cosa si ritrova se non un:veditela tu, che ci riguarda? da parte degli uomini della religione. È una vera e propria condanna: veditela tu. Gesù è rimasto a Gerusalemme ed ha affrontato la morte perché all’uomo disperato possa essere recata una buona notizia e non gli si dica più: Veditela tu. A Giuda manca l’unica parola necessaria, una parola di perdono, di quel perdono che è vita.
Non canterà il gallo…
Una grande passione abita il cuore di Pietro: riuscire a fare qualcosa per Gesù. Tuttavia, proprio non riesce ad accettare che Gesù possa fare qualcosa per lui. Pietro fatica ad accettare la propria condizione di povertà e il relativo bisogno di salvezza. È il classico tipo che ritiene di non aver bisogno, di essere migliore: se tutti dovessero… io no…
Pietro non è soltanto presuntuoso: egli è animato da amore, da amicizia. È sincero quando si dichiara pronto a dare la vita. Quante volte anche noi all’interno di una relazione, di un’amicizia ci diciamo pronti a fare per l’altro tutto quanto è necessario: non è in fondo quello che una coppia promette nell’istante in cui si dice disposta a giocare la vita l’uno per l’altro e l’uno con l’altro nel giorno del matrimonio?
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