Non è un vescovo. E’ un monaco, il Priore di Bose, la comunità gemmata sulla Serra d’Ivrea nel 1965, che risalta fra i residui soffi conciliari. Ma Enzo Bianchi, come il Padre Pellegrino a lui così caro della Camminare insieme, la lettera pastorale pubblicata giusto quarant'anni fa, potrebbe, può, specchiarsi in Agostino quando afferma che il pastore serve «col cuore, con la voce, con gli scritti».
Ecco, fresco di stampa, "Perché avete paura?" una lettura del Vangelo di Marco, un ulteriore ritorno alla Parola - peculiarità della pregiata officina di Bose -, depurata di ogni incrostazione, apologetica o cosmetica, l’adattamento, cioè, a questo o a quel passaggio di tempo.
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