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venerdì 5 aprile 2024

MODIFICHE ALLA LEGGE 185/90 SULL'EXPORT DI ARMI, LE ASSOCIAZIONI PACIFISTE SI MOBILITANO

MODIFICHE ALLA LEGGE 185/90 SULL'EXPORT DI ARMI, LE ASSOCIAZIONI PACIFISTE SI MOBILITANO

La norma che garantisce il controllo del Parlamento e dei cittadini su un comparto strategico e critico del Paese, nonché sui flussi finanziari privati che lo alimentano, è sottoposta a un tentativo di modifica in Parlamento. Annunciata una giornata di mobilitazione il 17 aprile


Don Tonino Bello (1935-1993), vescovo di Molfetta, presidente di Pax Christi e indimenticabile figura del movimento pacifista, sosteneva che “una legge sul commercio delle armi dovrebbe avere un unico articolo: le armi non si producono, non si vendono e non si comprano”. In mancanza di una norma così radicale, il movimento pacifista e la società civile ha considerato comunque una conquista la legge 185 del 1990, pubblicata il 14 luglio di quell’anno sulla Gazzetta Ufficiale. La legge, di 31 articoli, si intitola “Nuove norme sul controllo dell'esportazione, importazione e transito dei materiali di armamento”. La legge, poi modificata nel 2003, ha vincolato lo Stato italiano alla trasparenza sul commercio delle armi.

Ora però la norma che garantisce il controllo del Parlamento e dei cittadini su un comparto strategico e critico del Paese, nonché sui flussi finanziari privati che lo alimentano, è sottoposta a un tentativo di modifica. “Le modifiche alla legge sono già state approvate dal Senato e, se approvate anche dalla Camera, svuoteranno la norma delle sue prerogative più preziose” denuncia il network di organizzazioni della società civile, dal mondo laico e cattolico, riunite nella campagna “Basta favori ai mercanti di armi!”.

In una conferenza stampa a Montecitorio la presidente di Banca Etica, Anna Fasano, e il coordinatore della Rete Italiana Pace e Disarmo, Francesco Vignarca, hanno illustrato quanto espresso durante tre diverse audizioni presso le commissioni riunite Affari Esteri e Difesa. Le Commissioni hanno audito il 27 marzo Giorgio Beretta (analista dell’Osservatorio permanente sulle armi leggere e le politiche di sicurezza e difesa OPAL, di Brescia), il 3 aprile Francesco Vignarca e il 4 aprile Anna Fasano.

Per Vignarca, «l'aggiornamento legittimo e anche naturale, dopo così tanto tempo, della legge 185/90 non può e non deve diventare occasione per indebolire il controllo parlamentare sull’export di armi italiane. In particolare, oltre a preservare la trasparenza che l’ha resa un modello positivo a livello internazionale, occorre che una maggiore responsabilità decisionale della parte politica del Governo sia comunque sempre bilanciata da competenze tecniche capaci di applicare attivamente i criteri previsti dalla norma italiana e da quelle internazionali. Bisogna poi preservare la possibilità di interazione con le ONG sulle possibili violazioni di diritti umani e l’Ufficio presso la Presidenza del Consiglio che ha facoltà di proporre progetti di riconversione industriale al civile. Tutti elementi che sparirebbero se venisse confermato anche alla Camera il testo di DDL uscito dal Senato, che costituisce un chiaro favore ai mercanti di armi”. Per Vignarca la legge attuale non rappresenta una “gabbia normativa per le aziende italiane», dal momento che «l’industria militare italiana non sta soffrendo: negli ultimi cinque anni l’export militare italiano è cresciuto dell’86 per cento».

Anna Fasano ha spiegato che «le modifiche proposte mirano tra l’altro a cancellare la "lista delle banche armate" che - seppur con molti limiti - da 30 anni consente al Parlamento e ai cittadini di sapere quali banche finanziano la produzione e l’export di armi e per quali importi. Cancellare questo presidio di trasparenza sarebbe in contraddizione con gli indirizzi dell'Europa, che vuole i consumatori degli Stati membri sempre più liberi di fare scelte consapevoli sul mercato, incluso quello dei prodotti bancari e finanziari. L’UE ha varato diverse normative che impongono alle banche di rendere noti i settori che finanziano e i loro impatti sociali e ambientali. L'Italia con la 185 ha una legge che era stata all'avanguardia e non ha senso cancellarla proprio ora che anche il resto di Europa si muove nella direzione di una sempre maggiore trasparenza sull'operato delle banche».

Per Giorgio Beretta, «con la modifica già approvata al Senato praticamente non sapremo il tipo specifico di armi e di materiali militari che vengono esportati ai vari Paesi. È un’informazione fondamentale per il controllo del Parlamento e delle nostre associazioni sull’attività del governo».

È stato annunciato per il 17 aprile a Roma alle 11 presso la sede di Libera di via Stamira 5 un momento di mobilitazione in cui si faranno sentire le voci dell’ampia coalizione di organizzazioni che chiede lo stop al disegno di legge. «Inviteremo i politici di tutti i partiti ad avere un confronto con noi», spiega Vignarca. Alla conferenza stampa ha partecipato anche Laura Boldrini, deputata del Partito Democratico. «Ci opporremo alla riforma voluta dalla maggioranza», ha annunciato Boldrini, «e faremo di tutto perché quello che sta accadendo non passi sotto silenzio. Non possiamo tornare indietro di decenni ad una politica che punta sulle armi e non sulla pace».
(fonte: Famiglia Cristiana, articolo di Roberto Zichittella 04/04/2024)