VERRÀ LA PACE
E AVRÀ I TUOI OCCHI
Lettera di Avvento 2023 di
Don Mimmo Battaglia
arcivescovo di Napoli
“Ci sono alcune poesie che non si dimenticano, alcuni versi che restano impressi, nel cuore e nella mente, per la loro capacità di muovere il cuore, di scandagliare sentimenti, di dare voce alle emozioni, di legarsi a eventi e periodi della vita. “Verrà la morte e avrà i tuoi occhi” è una di queste. É una poesia di Cesare Pavese, composta da versi sublimi ma anche molto potenti nel dolore che esprimono e che raccontano. “Verrà la morte e avrà i tuoi occhi”: indipendentemente dall’intenzionalità poetica dell’autore, quante volte questi versi mi sono venuti in mente nel mio percorso di uomo, di prete, guardando in faccia la disperazione e la morte negli occhi di tanti ragazzi e ragazze vittime della dipendenza, incontrando persone che avevano smarrito ogni amore per la vita a causa delle proprie ferite ma anche di una società che pareva aver dimenticato il senso della cura e dell’attenzione a chi resta indietro.
Nel tempo ho, poi, imparato ad andare oltre e a rintracciare negli occhi dei disperati e dei sofferenti, negli occhi dei più marginali e dei piccoli, l’antidoto stesso al male e al non senso. In questo mondo e in questo tempo lacerato da guerre fratricide, da faide interminabili, da conflitti non solo internazionali ma spesso anche sociali, culturali, familiari, vorrei che questo tempo di Avvento segnasse per tutti noi l’attesa certa della Pace. Perché la Pace verrà. E verrà non tanto e non solo grazie ai trattati dei Governi e alle decisioni di chi detiene forza e potere. No, la Pace – che per noi ha il volto e il nome di Gesù Cristo – verrà anche grazie all’attesa dei piccoli, alla loro straordinaria capacità di sperare contro ogni speranza, e alla nostra decisione ferma di essere al loro fianco, con la lampada accesa, desiderosi di veder sorgere il sole di giustizia, il sole della Pace.
Si, perché verrà la Pace e avrà i tuoi occhi Fatima, avrà i tuoi occhi finalmente sorridenti e capaci di guardare al futuro con speranza, quella speranza che ti era stata tolta quando, in una notte oscura di Gaza, una bomba aveva distrutto la tua abitazione, facendo addormentare per sempre due dei tuoi quattro figli, togliendoti il sonno e la voglia di vivere. Sì, la pace verrà per te, donandoti la certezza che i tuoi piccoli vivono nell’abbraccio dell’unico Dio, donandoti un’amicizia nuova attraverso la giovane Sarai, una figlia di Israele, donna di sororità e solidarietà, che ha voluto prendersi cura di te e del tuo dolore, aiutandoti a risollevarti. Lei, quando parla di te, dice che è stato esattamente il contrario, dice che tu l’hai rimessa in piedi strappandole via dal cuore quel senso di rassegnazione e di impotenza che ogni guerra genera e porta con sé. Insieme siete la parabola della pace possibile.
Verrà la pace gli avrà i tuoi occhi Judith, quegli occhi che hanno conosciuto la fatica di vivere e il dolore di emigrare per cercare futuro in una terra lontana. Tu che pensavi di averlo perso per sempre il futuro quando, fidandoti delle persone sbagliate, ti sei ritrovata nella nostra terra priva di tutto, e soprattutto preoccupata non tanto per te ma per la piccola creatura che portavi in grembo. L’altro giorno mi dicevi che nella Casa Famiglia che ti ha accolto ti senti finalmente a casa e senti che la tua piccola sta bene: gli educatori, i volontari, le religiose che ti hanno accolto sono stati per te un’ancora di salvezza in un mare in tempesta, ma per loro il tuo sorriso è un arcobaleno di gioia e ripaga la loro fatica più di ogni altra cosa. La pace verrà Judith, e avrà i tuoi occhi, quelli della tua piccola Mariah e quelli di chi con amore ti ha teso una mano luminosa nella tua notte oscura.
Verrà la pace e avrà i tuoi occhi don Michele, i tuoi occhi sempre pronti a scrutare gli occhi di chi bussa alla porta della tua chiesa, della tua casa, della tua vita. Nel tentativo di capire non soltanto ciò che essi domandano apertamente ma anche e soprattutto il bisogno inespresso, il desiderio profondo, la ricerca di umanità e di relazione che c’è dietro. E così, oltre al pane e ad una bolletta pagata, offri la tua amicizia e il nutrimento del Vangelo. Verrà la pace e verrà anche grazie alla tua preghiera e alla tua fatica nascosta, alla tua vita donata con generosità, alla tua fede condivisa con amore.
Verrà la pace e avrà i tuoi occhi mio caro Ciro perché nonostante ti sia capitato di nascere in una famiglia difficile, in un territorio difficile, dopo qualche errore fatto – per il quale hai pagato con le monete di un’adolescenza passata tra le sbarre – ti sei rimboccato le maniche, decidendo di resistere al male, impegnandoti per il tuo riscatto e per la rinascita del tuo territorio. La pace di questa città, ancora tanto segnata dalla violenza criminale, passa anche da te, dai tuoi occhi giovani pieni di voglia di vivere.
Verrà la pace e avrà i tuoi occhi piccolo Davide, guerriero capace di donare gioia a chiunque si avvicina al tuo letto d’ospedale, campo di battaglia in cui ogni giorno con le armi del sorriso ti confronti con un male difficile da affrontare. Sì, la pace avrà i tuoi occhi, i tuoi occhi che guariscono i nostri sguardi miopi, sguardi che vedono in modo confuso, che danno valore a cose che non hanno valore e che sottraggono energie e tempo a ciò che merita amore e attenzione. La pace che verrà sarà anche frutto del tuo dolore, dolore cullato dalle braccia dei tuoi genitori, dolore condiviso con i medici e gli infermieri che si prendono cura di te, dolore affievolito dalla presenza calorosa di tanti amici e volontari che fanno entrare l’allegria dalle finestre della tua stanza d’ospedale.
Si, verrà la pace e avrà i tuoi occhi, fratello e sorella che mi leggi! Verrà la Pace se come Maria di Nazareth saprai fare silenzio nel tuo cuore, imparando ad ascoltare la voce di Dio che sussurra continuamente alla tua vita, indicando direzioni, disegnando traiettorie di salvezza capaci di fecondare l’esistenza e generare già qui, su questa Terra, cieli nuovi e terre nuove. Il sì di questa piccola fanciulla di Nazareth non è stato improvvisato ma preparato dalla tenacia con cui si è da sempre esercitata nell’arte dell’ascolto feriale, quotidiano, silenzioso, ascolto che le ha consentito di imparare a cercare e a trovare Dio non solo nei grandi eventi ma nelle piccole cose di ogni giorno. Prima di pronunciare una risposta, infatti, occorre sapere ascoltare la domanda e la voce di un angelo non è fatta di rumori assordanti ma di melodie sottili, di quelle melodie a cui Maria era abituata e a cui ha prontamente risposto con il dono della sua vita. Sì, verrà la pace e avrà i tuoi occhi se, come Maria, imparerai a guardare oltre le apparenze e a scorgere la discreta presenza del Dio che ti chiama tra le pieghe di questa nostra umanità distratta.
Verrà la pace e avrà i tuoi occhi se come Giovanni, abituerai il tuo sguardo ad andare oltre la ricerca dei facili consensi e degli applausi del mondo. Andare contro concorrente al giorno d’oggi non è cosa da poco. Abitare un mondo che più di ogni altro utilizza l’alfabeto bellico per risolvere conflitti e tensioni, tra gli individui come tra gli Stati, nelle famiglie come nelle città, significa davvero gridare nel deserto. Ma se, come il Battista, ti lasci afferrare dalla speranza che anche il tuo deserto prima o poi fiorirà perché Dio non abbandona nessuno, perché nessuna fatica è sprecata e il seme piantato nel cuore dell’inverno conoscerà germogli e primavere inattese, allora anche grazie alla tua ostinata speranza la pace verrà! Sì, verrà la pace e avrà i tuoi occhi, verrà la pace e farà fiorire il deserto, e tu capirai che non sei mai stato una voce solitaria ma parte di un grande coro di profeti che con le loro grida hanno affrettato l’aurora.
Verrà la pace gli avrà i tuoi occhi se imparerai a fidarti delle trame con cui Dio intesse i tuoi sogni, muovendo il tuo cuore a gesti coraggiosi di custodia e di cura, di difesa e tenerezza per coloro che sono nel pericolo, nell’indigenza, nella sofferenza. Le notti inquiete di Giuseppe, la sua fiducia incrollabile nel sogno di Dio, ti aiutino a non aver timore di lasciare le tue sicurezze per fidarti del Vangelo e della sua capacità di rivoluzionare il mondo, di rovesciare le sorti mortifere del male in albe nuove di bene, di bellezza, di una bontà capace di disarmare cuori, menti, mani.
Si, verrà la pace e avrà i tuoi occhi fratello e sorella mia, e i tuoi occhi vedranno il giorno in cui gli uomini forgeranno le loro spade in vomeri, le loro lance in falci; e un popolo non alzerà più la spada contro un altro popolo, non si eserciteranno più nell’arte della guerra.
E quel giorno verrà anche grazie a te, alla tua capacità di attendere senza stancarti, di vivere il tuo Avvento fino in fondo, con uno sguardo vigile rivolto al cielo e le mani, solidali e fraterne, tese alla terra. Si, verrà la pace e avrà i tuoi occhi, i miei occhi, i nostri occhi, occhi di fratelli e sorelle che nel cuore invocano, celebrano, sognano l’Avvento della Pace!”
† don Mimmo