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giovedì 13 luglio 2023

Enzo Bianchi Le sorprese di Papa Francesco La Repubblica - 10 Luglio 2023 di

Enzo Bianchi
Le sorprese di Papa Francesco

La Repubblica - 10 Luglio 2023


Papa Francesco ci sorprende sempre più spesso in questi ultimi tempi del suo pontificato. Mentre molti si interrogavano se il Sinodo sarebbe stato una ripetizione aggiornata di quelli precedenti, celebrati secondo l’Ordo voluto da Paolo VI, il Papa ne ha mutato profondamente la struttura rendendo partecipi del processo sinodale e della celebrazione dell’evento anche membri non vescovi, uomini e donne che sono semplici fedeli, ai quali è stata data anche la facoltà di esprimersi con il voto sulle proposizioni che emergeranno dall’assemblea. Il Sinodo resta sempre Sinodo dei vescovi, tuttavia, per la prima volta nella storia della chiesa cattolica, si avvera il principio forgiato dal cristianesimo ma mai praticato: “Ciò che riguarda tutti deve essere da tutti discusso e da tutti deliberato”. Non eravamo in molti a sperare in un paradigma inedito per il Sinodo e scarse erano le probabilità, ma Papa Francesco profeticamente ha anticipato la chiesa e la teologia comune.

Possiamo dirlo: molti cristiani che vogliono una chiesa più conforme al Vangelo e ai tempi odierni temevano che Papa Francesco − che pure è capace di stupire per la parresia, il coraggio, la novità di molte sue affermazioni senza però prevedere procedure e norme del Diritto canonico conseguenti (nonché riscritture del Catechismo di Giovanni Paolo II) − avrebbe creato molte attese, destato molte speranze, ma destinate a non essere realizzate e a restare sul piano degli auguri e delle attese.

Nei giorni scorsi Papa Francesco ha nominato come nuovo Prefetto del Dicastero per la dottrina della fede l’arcivescovo di La Plata, l’argentino Víctor Manuel Fernández, conosciuto come collaboratore per la redazione degli scritti di Papa Francesco e autore di testi spirituali coraggiosi. Una nomina che ha destato una vera e propria rivolta da parte dei cattolici tradizionalisti e di altri fedeli, quelli che amano una chiesa che alle dinamiche della storia preferisce la stabilità di cui il passato è garanzia.

Ma ciò che ha indignato di più sono le parole contenute nella lettera con la quale il Papa ha accompagnato la nomina, parole che chiedono al nuovo Prefetto posizioni nette, perentorie, una rottura con il passato: “Il dipartimento che lei presiederà in altri tempi è arrivato ad usare metodi immorali. Mi aspetto senza dubbio qualcosa di molto diverso”. Papa Francesco qui sembra rievocare la confessione dei peccati fatta dal cardinal Ratzinger a nome della Congregazione per la dottrina della fede, il 12 marzo 2000, nel contesto del Giubileo: “In certe epoche della storia i cristiani hanno talvolta accondisceso a pratiche di intolleranza e non hanno seguito il grande comandamento dell'amore, … facendo ricorso a metodi non evangelici nel pur doveroso impegno di difesa della verità”.

Sì, noi ci siamo chiesti in passato e ci chiediamo ancora che verità sia quella che deve essere difesa con la violenza, con la tortura, con la persecuzione. Ecco dunque il monito di Francesco al Prefetto della fede, monito perentorio: “mai più avvenga!”.

Io spero soltanto che a questa apertura di libertà e di misericordia del Papa non si opponga da parte della burocrazia ecclesiastica, dura a cambiare se perde il potere, un’ossessione di vigilanza e censura riguardo al comportamento morale dei cristiani. Si avrebbe allora la libertà nella ricerca teologica, ma un'ossessiva, puritana, legalista repressione nella vita dei credenti.

La libertà dei figli di Dio, che è il grande dono lasciatoci da Cristo nella chiesa non dobbiamo mendicarla, ma esercitarla!
(fonte: blog dell'autore)