"Nel ricordare la mia vita
non posso che cantare
la misericordia di Dio"
P. Gregorio Battaglia,
50° anniversario di Ordinazione Presbiterale
2 luglio 2023
Chiesa del Carmine
Barcellona Pozzo di Gotto
... Vorrei approfittare per dire i sentimenti che vivo in questi giorni ... i miei sentimenti vorrei che fossero gli stessi di Teresa di Lisieux quando inizia la sua biografia, lei dice: "Nel ricordare la mia vita non posso fare altro che cantare la misericordia di Dio".
E rileggendo i fotogrammi della mia esistenza devo dire che in effetti Qualcuno ha avuto la pazienza di fare in modo che la mia vita acquistasse possiamo dire una sua identità, un suo stile; e questo, dice Paolo: "Perché ti vanti di quello che hai ricevuto?", in effetti non ho motivo di vantarmi perché ho ricevuto tutto ...
E rileggendo i fotogrammi della mia esistenza devo dire che in effetti Qualcuno ha avuto la pazienza di fare in modo che la mia vita acquistasse possiamo dire una sua identità, un suo stile; e questo, dice Paolo: "Perché ti vanti di quello che hai ricevuto?", in effetti non ho motivo di vantarmi perché ho ricevuto tutto ...
Se dovessi fare tutti i nomi sono tantissimi, ma quello che mi preme dire è che, se io oggi ho acquisito uno stile, lo debbo davvero a questa pazienza del Signore che (nel corso della vita) mi ha messo delle persone che mi potevano aiutare a costruire questa mia identità e religiosa e sacerdotale ...
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Introduzione
Dopo aver ascoltato queste pagine della scrittura la prima cosa che vorrei proporvi è queste due immagini: la prima questa donna di Sunem ... un'immagine di accoglienza ... L'altra immagine, presa dalla pagina del Vangelo, è quella del bicchiere di acqua fresca.
Gesù queste parole le rivolge a tutte quelle persone, sia di allora come di oggi, che vogliono vivere davvero dietro di Lui e vivere la vera vita cristiana e, vivere da cristiani significa come prima cosa ascoltarlo, prestare orecchio a quello che Lui dice, cercare di fare nostra la vita sua, i sentimenti suoi, dice Paolo: fate vostri i sentimenti di Gesù, il sentire di Gesù, lo stile di Gesù, il suo modo di guardare, il suo modo di stare in questo mondo; e più noi impariamo a stare dietro di Lui più ci sentiremo spinti verso questa umanità.
Le parole che abbiamo ascoltato questa domenica concludono quello che viene chiamato il discorso missionario che iniziava con un'annotazione bellissima: "Gesù, vedendo le folle ebbe compassione perché erano pecore senza pastore". Lo sguardo di Gesù su questa umanità, un'umanità smarrita, un'umanità che non sa trovare la strada, nessuno che l'aiuta, nessuno che disegna un itinerario che sia un itinerario di vita. Sembrerebbe così semplice, così facile, ma invece non lo è ... pensiamo ai nostri giorni, la pace, possibile che è diventata addirittura una parola addirittura da condannare? ... ma veramente siamo smarriti, è un'umanità smarrita, un'umanità che non riesce a capire: ma come si cammina su questa terra? Gesù guarda questa umanità e la guarda con questo occhio, l'occhio di compassione ... questo sguardo di Gesù deve diventare inevitabilmente lo sguardo del discepolo.
Certo facendo l'applicazione a me, ma anche ai miei fratelli presbiteri, dovrebbe diventare lo sguardo del presbitero...
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