Il Papa è arrivato oggi in piazza San Pietro alle 9.20, e subito ha fatto fare una sosta alla jeep bianca scoperta per far salire cinque bambini a bordo: tre maschi e due femmine, muniti tutti di cappellino bianco antisole e vestiti con il saio della Prima Comunione. Poi ha cominciato il giro per i vari settori della piazza, con i suoi ospiti sorridenti e divertiti nel vedere compiaciuti un colpo d’occhio certamente privilegiato sulla piazza gremita di fedeli, nonostante il sole caldo su Roma fin dalle prime ore della mattina. Molte le bandiere colorate che sventolano festosamente al passaggio di Francesco, tra cui quelle bianco e azzurre dell’Argentina. Anche oggi, dalle transenne è stato offerto al Papa il mate, la bevanda tipica del suo Paese, che ha sorseggiato volentieri facendo cenno con il capo e ringraziando per la sosta refrigeratrice. Tra i molti doni ricevuti dai fedeli, anche un mazzo di fiori bianchi. Moltissimi come sempre i bambini che Francesco ha baciato e accarezzato lungo l’abituale percorso delimitato dal colonnato del Bernini.
Tra le migliaia di fedeli in piazza, anche una folta rappresentanza dei partecipanti al giubileo d’Oro del Rinnovamento Carismatico, che sabato sera e domenica rivedranno il Papa, rispettivamente, per la Veglia al Circo Massimo e la Messa di Pentecoste in questa stessa piazza. Al termine del percorso, prima dell’ultimo tratto a piedi verso la sua postazione al centro del sagrato, il Papa ha fatto scendere i suoi piccoli ospiti ed ha salutato una bambina gravemente disabile, immobilizzata in una carrozzella, soffermandosi ad accarezzarla e segnandola con la croce sulla fronte. Prima di congedarsi, Francesco ha messo una coroncina del Rosario tra le sue mani.
Tra le migliaia di fedeli in piazza, anche una folta rappresentanza dei partecipanti al giubileo d’Oro del Rinnovamento Carismatico, che sabato sera e domenica rivedranno il Papa, rispettivamente, per la Veglia al Circo Massimo e la Messa di Pentecoste in questa stessa piazza. Al termine del percorso, prima dell’ultimo tratto a piedi verso la sua postazione al centro del sagrato, il Papa ha fatto scendere i suoi piccoli ospiti ed ha salutato una bambina gravemente disabile, immobilizzata in una carrozzella, soffermandosi ad accarezzarla e segnandola con la croce sulla fronte. Prima di congedarsi, Francesco ha messo una coroncina del Rosario tra le sue mani.
La Speranza cristiana - 24. Lo Spirito Santo ci fa abbondare nella Speranza
Cari fratelli e sorelle, buongiorno!
Nell’imminenza della solennità di Pentecoste non possiamo non parlare del rapporto che c’è tra la speranza cristiana e lo Spirito Santo. Lo Spirito è il vento che ci spinge in avanti, che ci mantiene in cammino, ci fa sentire pellegrini e forestieri, e non ci permette di adagiarci e di diventare un popolo “sedentario”.
La lettera agli Ebrei paragona la speranza a un’àncora (cfr 6,18-19); e a questa immagine possiamo aggiungere quella della vela. Se l’àncora è ciò che dà alla barca la sicurezza e la tiene “ancorata” tra l’ondeggiare del mare, la vela è invece ciò che la fa camminare e avanzare sulle acque. La speranza è davvero come una vela; essa raccoglie il vento dello Spirito Santo e lo trasforma in forza motrice che spinge la barca, a seconda dei casi, al largo o a riva.
L’apostolo Paolo conclude la sua Lettera ai Romani con questo augurio: sentite bene, ascoltate bene che bell’augurio: «Il Dio della speranza vi riempia, nel credere, di ogni gioia e pace, perché abbondiate nella speranza per la virtù dello Spirito Santo» (15,13). Riflettiamo un po’ sul contenuto di questa bellissima parola.
L’espressione “Dio della speranza” non vuol dire soltanto che Dio è l’oggetto della nostra speranza, cioè Colui che speriamo di raggiungere un giorno nella vita eterna; vuol dire anche che Dio è Colui che già ora ci fa sperare, anzi ci rende «lieti nella speranza» (Rm 12,12): lieti ora di sperare, e non solo sperare di essere lieti. E’ la gioia di sperare e non sperare di avere gioia, già oggi. “Finché c’è vita, c’è speranza”, dice un detto popolare; ed è vero anche il contrario: finché c’è speranza, c’è vita. Gli uomini hanno bisogno di speranza per vivere e hanno bisogno dello Spirito Santo per sperare.
San Paolo – abbiamo sentito – attribuisce allo Spirito Santo la capacità di farci addirittura “abbondare nella speranza”. Abbondare nella speranza significa non scoraggiarsi mai; significa sperare «contro ogni speranza» (Rm 4,18), cioè sperare anche quando viene meno ogni motivo umano di sperare, come fu per Abramo quando Dio gli chiese di sacrificargli l’unico figlio, Isacco, e come fu, ancora di più, per la Vergine Maria sotto la croce di Gesù.
Lo Spirito Santo rende possibile questa speranza invincibile dandoci la testimonianza interiore che siamo figli di Dio e suoi eredi (cfr Rm 8,16). Come potrebbe Colui che ci ha dato il proprio unico Figlio non darci ogni altra cosa insieme con Lui? (cfr Rm 8,32) «La speranza – fratelli e sorelle – non delude: la speranza non delude, perché l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato» (Rm 5,5). Perciò non delude, perché c’è lo Spirito Santo dentro di noi che ci spinge ad andare avanti, sempre! E per questo la speranza non delude.
C’è di più: lo Spirito Santo non ci rende solo capaci di sperare, ma anche di essere seminatori di speranza, di essere anche noi – come Lui e grazie a Lui – dei “paracliti”, cioè consolatori e difensori dei fratelli, seminatori di speranza. Un cristiano può seminare amarezze, può seminare perplessità, e questo non è cristiano, e chi fa questo non è un buon cristiano. Semina speranza: semina olio di speranza, semina profumo di speranza e non aceto di amarezza e di dis-speranza. Il Beato cardinale Newman, in un suo discorso, diceva ai fedeli: «Istruiti dalla nostra stessa sofferenza, dal nostro stesso dolore, anzi, dai nostri stessi peccati, avremo la mente e il cuore esercitati ad ogni opera d’amore verso coloro che ne hanno bisogno. Saremo, a misura della nostra capacità, consolatori ad immagine del Paraclito – cioè dello Spirito Santo –, e in tutti i sensi che questa parola comporta: avvocati, assistenti, apportatori di conforto. Le nostre parole e i nostri consigli, il nostro modo di fare, la nostra voce, il nostro sguardo, saranno gentili e tranquillizzanti» (Parochial and plain Sermons, vol. V, Londra 1870, pp. 300s.). E sono soprattutto i poveri, gli esclusi, i non amati ad avere bisogno di qualcuno che si faccia per loro “paraclito”, cioè consolatore e difensore, come lo Spirito Santo fa con ognuno di noi, che stiamo qui in Piazza, consolatore e difensore. Noi dobbiamo fare lo stesso con i più bisognosi, con i più scartati, con quelli che hanno più bisogno, quelli che soffrono di più. Difensori e consolatori!
Lo Spirito Santo alimenta la speranza non solo nel cuore degli uomini, ma anche nell’intero creato. Dice l’Apostolo Paolo – questo sembra un po’ strano, ma è vero: che anche la creazione “è protesa con ardente attesa” verso la liberazione e “geme e soffre” come le doglie di un parto (cfr Rm 8,20-22). «L’energia capace di muovere il mondo non è una forza anonima e cieca, ma è l’azione dello Spirito di Dio che “aleggiava sulle acque” (Gen1,2) all’inizio della creazione» (Benedetto XVI, Omelia, 31 maggio 2009). Anche questo ci spinge a rispettare il creato: non si può imbrattare un quadro senza offendere l’artista che lo ha creato.
Fratelli e sorelle, la prossima festa di Pentecoste – che è il compleanno della Chiesa - ci trovi concordi in preghiera, con Maria, la Madre di Gesù e nostra. E il dono dello Spirito Santo ci faccia abbondare nella speranza. Vi dirò di più: ci faccia sprecare speranza con tutti quelli che sono più bisognosi, più scartati e per tutti quelli che hanno necessità. Grazie.
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Saluti:
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Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua italiana. Saluto i gruppi parrocchiali e le associazioni, in particolare i Donatori Volontari della Polizia di Stato della Campania e l’AICCOS di Molfetta, come pure i membri della General Motors. La visita alla Città eterna prepari ciascuno a vivere intensamente la Solennità di Pentecoste e il dono dello Spirito Consolatore sostenga e alimenti la virtù della speranza.
Un pensiero speciale porgo ai giovani, agli ammalati e agli sposi novelli. Cari giovani, mettete al di sopra di tutto la ricerca di Dio e del suo amore; cari ammalati, il Paraclito vi sia di aiuto e conforto nei momenti del maggiore bisogno; e voi, cari sposi novelli, con la grazia dello Spirito Santo rendete ogni giorno più salda e profonda la vostra unione.
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UDIENZA INTEGRALE
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