SANTA MESSA E PROCESSIONE EUCARISTICA
NELLA SOLENNITÀ DEL SANTISSIMO CORPO E SANGUE DI CRISTO
NELLA SOLENNITÀ DEL SANTISSIMO CORPO E SANGUE DI CRISTO
OMELIA DEL SANTO PADRE FRANCESCO
Piazza San Giovanni in Laterano
Domenica, 18 giugno 2017
Domenica, 18 giugno 2017
«Stasera, sul sagrato di San Giovanni in Laterano, celebrerò la Santa Messa, a cui seguirà la processione con il Santissimo Sacramento, fino a Santa Maria Maggiore. Invito tutti a partecipare, anche spiritualmente, penso in particolare alle comunità di clausura, alle persone malate e ai carcerati. In questo aiutano anche la radio e la televisione.»
Con queste parole il Santo Padre all'Angelus ha invitato tutti i fedeli alla celebrazione del pomeriggio.
Vedi il post:
Prima della messa, per circa mezz’ora il Papa ha incontrato un gruppo di una ventina di rifugiati di diverse nazionalità insieme a monsignor Enrico Feroci, direttore della Caritas diocesana, nel palazzo della Canonica, attiguo alla Basilica lateranense.
L’Eucaristia è il "cibo umile" con cui il Signore imprime nel nostro cuore la certezza di essere amati, è memoriale vivo e non astratto del Suo amore, ed è il sacramento che iscrive nel nostro "DNA spirituale", l'aspirazione all’unità. Questa in sintesi la riflessione del Papa nella Solennità del Corpus Domini. Francesco ha pronunciato l'omelia dal sagrato della Basilica di San Giovanni in Laterano davanti a migliaia di fedeli.
E l’Eucaristia, "sommo dono di Dio", è proprio al centro dell’omelia di Francesco, innanzitutto quale "sacramento della memoria", reale e tangibile, "della storia d’amore di Dio per noi". Il tema della memoria infatti, torna più volte nella liturgia del Corpus Domini, fa notare il Papa alle migliaia di fedeli raccolti davanti al sagrato di San Giovanni in Laterano.
Nella solennità del Corpus Domini torna più volte il tema della memoria: «Ricordati di tutto il cammino che il Signore, tuo Dio, ti ha fatto percorrere […]. Non dimenticare il Signore, […] che nel deserto ti ha nutrito di manna» (cfrDt 8,2.14.16) – disse Mosè al popolo. «Fate questo in memoria di me» (1 Cor 11,24) – dirà Gesù a noi. «Ricordati di Gesù Cristo» (2 Tm 2,8), dirà Paolo al suo discepolo. Il «pane vivo, disceso dal cielo» (Gv 6,51) è il sacramento della memoria che ci ricorda, in modo reale e tangibile, la storia d’amore di Dio per noi.
Ricordati, dice oggi la Parola divina a ciascuno di noi. Dal ricordo delle gesta del Signore ha preso forza il cammino del popolo nel deserto; nel ricordo di quanto il Signore ha fatto per noi si fonda la nostra personale storia di salvezza. Ricordare è essenziale per la fede, come l’acqua per una pianta: come non può restare in vita e dare frutto una pianta senza acqua, così la fede se non si disseta alla memoria di quanto il Signore ha fatto per noi. «Ricordati di Gesù Cristo».
Ricordati. La memoria è importante, perché ci permette di rimanere nell’amore, di ri-cordare, cioè di portare nel cuore, di non dimenticare chi ci ama e chi siamo chiamati ad amare. Eppure questa facoltà unica, che il Signore ci ha dato, è oggi piuttosto indebolita. Nella frenesia in cui siamo immersi, tante persone e tanti fatti sembrano scivolarci addosso. Si gira pagina in fretta, voraci di novità ma poveri di ricordi. Così, bruciando i ricordi e vivendo all’istante, si rischia di restare in superficie, nel flusso delle cose che succedono, senza andare in profondità, senza quello spessore che ci ricorda chi siamo e dove andiamo. Allora la vita esteriore diventa frammentata, quella interiore inerte.
Ma la solennità di oggi ci ricorda che nella frammentazione della vita il Signore ci viene incontro con una fragilità amorevole, che è l’Eucaristia. Nel Pane di vita il Signore viene a visitarci facendosi cibo umile che con amore guarisce la nostra memoria, malata di frenesia. Perché l’Eucaristia è il memoriale dell’amore di Dio. Lì «si fa memoria della sua passione» (Solennità del SS. Corpo e Sangue di Cristo, Antifona al Magnificat dei II Vespri), dell’amore di Dio per noi, che è la nostra forza, il sostegno del nostro camminare. Ecco perché ci fa tanto bene il memoriale eucaristico: non è una memoria astratta, fredda e nozionistica, ma la memoria vivente e consolante dell’amore di Dio. Memoria anamneticae mimetica. Nell’Eucaristia c’è tutto il gusto delle parole e dei gesti di Gesù, il sapore della sua Pasqua, la fragranza del suo Spirito. Ricevendola, si imprime nel nostro cuore la certezza di essere amati da Lui. E mentre dico questo, penso in particolare a voi, bambini e bambine che da poco avete ricevuto la Prima Comunione e siete qui presenti numerosi.
Così l’Eucaristia forma in noi una memoria grata, perché ci riconosciamo figli amati e sfamati dal Padre; una memoria libera, perché l’amore di Gesù, il suo perdono, risana le ferite del passato e pacifica il ricordo dei torti subiti e inflitti; una memoria paziente, perché nelle avversità sappiamo che lo Spirito di Gesù rimane in noi. L’Eucaristia ci incoraggia: anche nel cammino più accidentato non siamo soli, il Signore non si scorda di noi e ogni volta che andiamo da Lui ci ristora con amore.
L’Eucaristia ci ricorda anche che non siamo individui, ma un corpo. Come il popolo nel deserto raccoglieva la manna caduta dal cielo e la condivideva in famiglia (cfr Es 16), così Gesù, Pane del cielo, ci convoca per riceverlo, riceverlo insieme e condividerlo tra noi. L’Eucaristia non è un sacramento “per me”, è il sacramento di molti che formano un solo corpo, il santo popolo fedele di Dio. Ce lo ha ricordato San Paolo: «Poiché vi è un solo pane, noi siamo, benché molti, un solo corpo: tutti infatti partecipiamo all’unico pane» (1 Cor 10,17). L’Eucaristia è il sacramento dell’unità. Chi la accoglie non può che essere artefice di unità, perché nasce in lui, nel suo “DNA spirituale”, la costruzione dell’unità. Questo Pane di unità ci guarisca dall’ambizione di prevalere sugli altri, dall’ingordigia di accaparrare per sé, dal fomentare dissensi e spargere critiche; susciti la gioia (lui dice: gloria) di amarci senza rivalità, invidie e chiacchiere maldicenti.
E ora, vivendo l’Eucaristia, adoriamo e ringraziamo il Signore per questo sommo dono: memoria viva del suo amore, che forma di noi un solo corpo e ci conduce all’unità.
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Al termine della Messa si è svolta la tradizionale Processione Eucaristica.
Il Papa invita il suo popolo a seguire Gesù Eucaristia. E’ l'immagine tradizionale della Festa del Corpus Domini nella capitale: Francesco la rinnova anche quest'anno, seppur posticipandola dal giovedì alla domenica, dando avvio alla lunga processione di diaconi, vescovi, cardinali, sacerdoti e fedeli che porta il Santissimo Sacramento, simbolicamente, a toccare il cuore della città, lungo via Merulana, tra le due grandi Basiliche di San Giovanni in Laterano e Santa Maria Maggiore. Un atto di fede e di amore cadenzato da letture e canti che termina con la benedizione solenne impartita con il Santissimo Sacramento dal Pontefice, che ha utilizzato il pastorale in acciaio donatogli dagli operai dell'Ilva di Genova durante la visita dello scorso 27 maggio.
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