Concedi al tuo servo un cuore docile, perché sappia rendere giustizia al tuo popolo e sappia distinguere il bene dal male" (1Re 3,9)
Traccia di riflessione
sul Vangelo della domenica
di Santino Coppolino
Vangelo: Gv 6,51-58
La pericope non è soltanto una splendida metafora ma si tratta anche di una vera e propria omelia sull'Eucaristia di cui l'evangelista Giovanni non racconta l'istituzione ma "esplicita ciò che i sinottici lasciano implicito"(cit.) Gesù è la Parola del Padre fatta carne (1,14), il dono totale di sé che Dio offre all'uomo, la Mishkan / Dimora di Dio fra gli uomini, il Luogo dove ogni carne può ritrovare la Parola. L'offerta della Vita Eterna passa solo attraverso la sua umanità (17,3), dal suo vissuto, dalla sua carne fragile e indifesa. Credere in Gesù significa "mangiare la sua carne e bere il suo sangue", entrare cioè in comunione con il Figlio "che non ritenne un privilegio essere come Dio" (Fil 2,5), che ha voluto incontrare i fratelli assumendo la loro umanità concreta. E' una "Parola molto dura" (6,60): mangiare e masticare il Figlio di Dio e dell'Uomo significa vivere di Lui, amarlo fino al punto da diventare " Basar 'Ehad - Unica Carne" (Gen 2,24), piena comunione di vita.