Concedi al tuo servo un cuore docile, perché sappia rendere giustizia al tuo popolo e sappia distinguere il bene dal male" (1Re 3,9)
Traccia di riflessione
sul Vangelo della domenica
di Santino Coppolino
Vangelo: Gv 20,19-23
Il Risorto si fa presente ai suoi discepoli stando in mezzo, nel cuore della sua comunità come solo punto di riferimento e fattore di unità. Le mani e il fianco feriti sono i segni visibili del suo grande amore per noi, le sorgenti inesauribili della nostra salvezza. Adesso Gesù mantiene la sua promessa , quella di non lasciarci orfani (14,18), facendoci dono del suo Spirito. E' la vita stessa di Dio che ora diventa anche la nostra, l'alito insufflato nell'Adamo vecchio e che Gesù, nuovo Adamo, ora consegna anche a noi, perché possiamo essere resi capaci di diventare, in Lui, figli del Padre e fratelli fra di noi. E' la Pentecoste che già aveva anticipato sulla croce (19,30), la consegna del Paraclito che si era posato sull'Agnello di Dio (1,31-32) e che ora avvolge e santifica anche noi "perché anche noi possiamo proseguire la sua opera di riconciliazione nel mondo"(cit.). E' il dono per eccellenza, il dono dei doni, quello che ci abilita a rinunciare alla violenza e alla sete di potere e che ci insegna a parlare la lingua dell'amore per ogni uomo, anche per il nemico, una lingua questa che chiunque è in grado di comprendere.