Concedi al tuo servo un cuore docile, perché sappia rendere giustizia al tuo popolo e sappia distinguere il bene dal male" (1Re 3,9)
Traccia di riflessione
sul Vangelo della domenica
di Santino Coppolino
Vangelo: Mt 10,26-33
La pericope è fortemente contraddistinta dai tre imperativi: "Non temete !", segno evidente che Gesù sa bene che i suoi discepoli (e noi con loro) sono preda della paura, dopo che sono stati inviati in missione "come pecore in mezzo ai lupi" (10,16). Il Signore è venuto a liberarci da ogni paura, ivi compresa la paura della morte, per mezzo della quale il divisore tiene in scacco l'umanità tutta la vita (Eb 2,15). Quello che appare velato, a causa del velo della croce e della morte, sarà Dio stesso a svelarlo (i verbi sono al passivo, il "passivo divino") manifestando il Volto amante del suo Figlio che ogni cosa illumina e salva. Il velamento non ci deve impaurire (siamo mortali), non dobbiamo lasciare che ci soffochi come in una rete di morte. "La manifestazione del Dio della Vita si presenta sotto il segno del suo contrario, perché contraddice ogni nostra contraddizione al Bello e al Buono"(cit.). Chi ha paura di morire ha già fallito ed è un fallito, perché ha buttato via insieme alla sua vita anche il suo tesoro più prezioso: il suo Spirito. "Il problema vero non è salvare il corpo, ma vivere in esso l'Amore filiale e fraterno, che è la Vita Eterna. Chi non vive così, è già morto !" (cit.)