"Concedi al tuo servo un cuore docile, perché sappia rendere giustizia al tuo popolo e sappia distinguere il bene dal male" (1Re 3,9)
Traccia di riflessione
sul Vangelo della domenica
di Santino Coppolino
Vangelo: Mt 5,1-12
Il brano del Vangelo di Matteo di questa IV Domenica del Tempo Ordinario, costituisce la "Magna Charta del Regno di Dio", il documento di identità di ogni cristiano. Il Discorso della Montagna, che si estende per ben tre capitoli (cc. 5-7), rappresenta una vera e propria catechesi battesimale, un itinerario di vita cristiana, la vita stessa di Gesù offerta a quanti vogliono seguirlo. Infatti "tutto quello che il Signore Gesù afferma in questi versetti è quanto lui stesso vive"(cit.). Allora come oggi appare evidente che "le vie di Dio non sono le nostre vie" (cf. Is 55,1-11), il suo progetto sull'uomo non coincide con il nostro anzi, è esattamente all'opposto, due modalità completamente antitetiche di intendere la vita. Sentiamo ancora l'eco dell'appello di Gesù in 4,17 che ci esorta alla "metànoia", al cambiamento di mentalità, ad un vero e radicale capovolgimento del modo di pensare e vivere la vita. Per noi infatti sono felici i forti, i potenti, i ricchi, chi può e conta. Per Gesù invece sono felici i poveri, i disprezzati, gli oppressi, gli umili e gli umiliati, coloro che nulla possono e contano.
Questi dodici brevi e fondamentali versetti del Vangelo non hanno come destinatari soltanto preti e religiosi; essi piuttosto sono l'imperativo categorico, il vademecum irrinunciabile per quanti, battezzati e non, sono alla ricerca della propria identità di uomini, la lampada che illumina il cammino di tutti coloro che hanno liberamente scelto di seguire il Signore Gesù, facendo di Lui "la loro vita e la loro regola di vita"(cit.).