"Concedi al tuo servo un cuore docile, perché sappia rendere giustizia al tuo popolo e sappia distinguere il bene dal male" (1Re 3,9)
Traccia di riflessione
sul Vangelo della domenica
di Santino Coppolino
Vangelo: Mt 4,12-23
La fede per un cristiano non è principalmente una dottrina fatta di leggi cui obbedire o di pratiche religiose da compiere. Avere fede significa rispondere con la vita alla chiamata di Gesù che dice:
"Orsù, venite dietro di me!"(4,19). E camminare dietro di Lui significa convertirsi (metanoéin = cambiare modo di pensare, di vedere la vita; cf. 4,17), abbandonare la mentalità del mondo per pensare ed agire secondo il cuore di Dio, secondo le logiche del Regno che in Gesù è già presente.
Il cambiamento totale di prospettiva è condizione necessaria per far parte del Regno, al di là di ogni appartenenza o pratica religiosa. "Si segue Gesù per diventare come Lui, figli e fratelli, che vivono il Regno del Padre"(cit.). Gesù è la Luce della Vita che si leva e brilla non più su Israele soltanto, ma su tutti i popoli, anche sui popoli pagani (2,1-12). "Non c'è più infatti distinzione perché tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio" (Rm, 3,22). E così "Galil ha Gojim", la tanto vituperata 'Galilea delle Genti', regione malfamata e ritenuta lontana da Dio, ricettacolo dei bellicosi e sovversivi zeloti, diviene il naturale ponte tra Israele e i popoli pagani, il luogo ideale e privilegiato per la proclamazione dell'avvento del Regno. Siamo esortati perciò ad abbandonare definitivamente le nostre logiche mondane, le nostre prospettive, ogni progetto che non sia finalizzato all'edificazione
del Regno di Dio, per volgere lo sguardo e la nostra intera vita a Colui che da sempre è rivolto a noi.